Il sito Uilpa.it ripropone alcuni video degli eventi più significativi del IV Congresso Nazionale Uilpa. I filmati saranno visionabili sul portale, sulla pagina Facebook UILPA – Uil Pubblica Amministrazione e su Twitter (@uilpanazionale). Oggi ripercorriamo la presentazione del libro “Alla ricerca del salario perduto” di Antonio Passaro. La presentazione è a cura di Benedetto Attili.
Ecco la recensione del libro, a cura di Simonetta Colaiori.
“Alla ricerca del salario perduto” è l’ultimo libro di Antonio Passaro, giornalista e Capo Ufficio Stampa della Uil. L’autore, con questo breve saggio, ci riporta in-dietro nel tempo, facendoci rivivere un momento di fondamentale importanza nella storia del lavoro italiano ovvero quello dell’abolizione della “scala mobile”. Un vero e proprio nodo cruciale della politica retributiva del nostro Paese dal dopoguerra in poi. Con efficace tecnica giornalistica ed e-strema dovizia di particolari, Passaro rico-struisce il contesto politico-sindacale del famoso “accordo di San Valentino”, con il quale il governo Craxi determinò, di fatto, la fine della scala mobile. Con l’accordo del 14 febbraio 1984, sottoscritto soltanto da Uil e Cisl, venne assunta infatti la decisione di tagliare di 4 punti la contingenza mentre la Cgil, allora guidata da Luciano Lama, non firmò l’intesa. La spaccatura sindacale fu inevitabile, come anche lo scontro politico. Nella suo ultimo lavoro, Passaro ci offre una quadro perfettamente ricostruito, frutto di una certosina ricerca di articoli e documenti di cronaca politico-economica dell’epoca, di quel tempo, neanche troppo lontano, in cui si pose in discussione l’effettiva validità di quel meccanismo automatico che, fino a quel momento, aveva consentito il costante allineamento delle retribuzioni all’aumento del costo della vita, sulla base del riferimento al cosiddetto paniere, un insieme selezionato di beni e servizi, idoneo a rappresentare i consumi “tipo” delle famiglie italiane. Lo scopo era quello di tutelare l’aspetto retributivo del lavoro nonché quello di preservare i lavoratori dalla perdita di potere d’acquisto causata dalla lievitazione dei prezzi. Ma tale meccanismo fu esso stesso tacciato di generare inflazione. Sicché, partendo dal suo contenimento, si arrivò con tappe successive alla completa abolizione della scala mobile, nel 1992. Sono passati ventidue anni da quel momento ma la questione salariale non è stata risolta. L’autore, abilmente, traccia un parallelismo con la situazione attuale ed offre interessanti spunti di riflessione per le prospettive future”.