Banner

Veronese (UIL): «Per rilanciare l’occupazione, serve un sistema di politiche attive del lavoro»

“Dopo la crisi del 2008, furono necessari dieci anni, per recuperare i livelli di occupazione antecedenti a quel tracollo finanziario. Anche se il recupero è stato prevalentemente caratterizzato da lavoro precario e contratti a termine. Fu una crisi certamente molto diversa dall’attuale, ma c’è un fatto che le accomuna: l’utilizzo di un ammortizzatore sociale “eccezionale” quale la cassa integrazione in deroga.”
 
È quanto afferma in una nota la Segretaria confederale UIL, Ivana Veronese.
 
“Complessivamente gli ammortizzatori sociali con causale Covid, dall’inizio della pandemia fino al mese di novembre di quest’anno, hanno cumulato circa 6,5 miliardi di ore, di cui 1,4 miliardi di cassa integrazione in deroga.Sono passati moltissimi anni, tante riforme del mercato del lavoro, aggiustamenti vari al sistema degli ammortizzatori sociali, ma ancora oggi, manca un meccanismo di integrazione al reddito capace di tutelare tutte le lavoratrici e i lavoratori, indipendentemente dal tipo di attività svolta e dalla grandezza aziendale.
 
Non possiamo permetterci e permettere che centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, nelle more di una riforma delle politiche passive ancora in definizione, perdano il posto di lavoro per scadenza degli ammortizzatori sociali a fine dicembre. Scadenza che riguarda i settori dei servizi, del terziario e dell’artigianato, destinatari dell’assegno ordinario e della Cig in deroga e dei datori di lavoro delle industrie tessili, delle confezioni di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia, e della fabbricazione di articoli in pelle e simili.
 
Il Governo ha prorogato lo stato emergenziale fino a fine marzo, ma non ha fatto lo stesso con la cassa integrazione Covid. La UIL ha già chiesto al Ministro Orlando la proroga della cassa Covid per ulteriori tre mesi.Cerchiamo di evitare che, anche questa volta, trascorrano dieci anni prima di tornare ai livelli occupazionali precedenti alla crisi: lo temiamo perché oggi come ieri manca un sistema di politiche attive efficace che noi, invece, rivendichiamo come condizione necessaria per un rilancio efficace e strutturale dell’occupazione nel nostro Paese.”