Se ci fermiamo al solo dato quantitativo, il primo quadrimestre di quest’anno mostra l’incoraggiante dato di aumento dei rapporti di lavoro attivati. Sono 841 mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma, ed è importante sottolinearlo, con nessun passo avanti in termini di qualità del lavoro. Infatti, solo il 20% delle nuove attivazioni è a tempo indeterminato.
Un segnale negativo, molto negativo che arriva in un momento complicatissimo per il nostro Paese.
Dove finirà il confronto con il Governo che doveva affrontare proprio la drastica riduzione di un precariato che vede donne e giovani sfruttati, con paghe basse e senza potersi disegnare un futuro?
Prima la pandemia, poi la guerra con evidenti ricadute sul caro vita, ora la crisi di Governo.
Occorre un forte senso di responsabilità da parte della politica, soprattutto adesso, perché si rischia di perdere la costruzione di un futuro migliore per tutte e per tutti, che passa necessariamente per un lavoro stabile, sicuro e nel trasformare le risorse del PNRR in occupazione di qualità e nello sviluppo sociale ed economico di tutte le Regioni d’Italia e di chi ci vive.
Ivana Veronese, Segretaria confederale Uil