C’è molto da fare per le lavoratrici e lavoratori di oggi e di domani. Occorre ricostruire un sistema di ingresso al lavoro tutelato, protetto, stabile, sicuro, favorendo l’inclusione dei giovani con l’apprendistato che i dati dell’Osservatorio sul Precariato Inps ci dicono essere stati solo 209 mila su una platea di oltre 5 milioni di attivazioni effettuate nei primi 7 mesi dell’anno. Praticamente il 4% del totale!
Per non parlare dei contratti a tempo indeterminato, che assorbono un debole 17,4% sul totale delle assunzioni. E allora è chiaro ed evidente che non possiamo permettere che giovani, donne, ma anche i meno giovani, debbano continuare a stare” sul filo del rasoio”, con l’ansia circa il loro futuro lavorativo e di vita, per tanti anni sia nel settore pubblico che nel privato.
Dobbiamo quindi tutti, nessuno escluso, avere il coraggio di dire basta alla precarietà che significa riduzione di tutele e insicurezza anche in termini di salute e sicurezza sul lavoro. Questo lo diremo a voce alta sabato 22 ottobre in occasione della manifestazione unitaria.
Ed è un segnale di precarietà del nostro mercato del lavoro anche l’aumento delle domande di Naspi e Discoll rispetto allo scorso anno (+21,6%). Il sistema è in grado di ricollocare chi perde il lavoro se il sistema di incontro domanda-offerta è debole?
È un segnale di difficoltà anche quello che ci proviene dalla cassa integrazione. Anche se fortunatamente in calo rispetto agli anni della pandemia, nei primi 9 mesi di quest’anno il numero di ore autorizzate è stato oltre il doppio di quelle del 2019.
Occorre, quindi, che si ponga grande attenzione ai tanti temi da affrontare e alle tante problematiche del nostro mercato del lavoro, perché dietro ognuno di questi numeri ci sono “persone” e tutte attendono delle risposte.