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Veronese (Uil). Eliminare le diseguaglianze nel mondo del lavoro

Il lievissimo rialzo dell’occupazione segnalato dall’Istat nel mese di settembre è quasi fisiologico dopo agosto che è il mese di ferie per eccellenza. Un aumento, oltretutto, segnato da uno “zero virgola” e con un tasso di disoccupazione che rimane stazionario.

Ed in questa fase di forte incertezza del nostro mercato del lavoro, frena anche la fiducia delle imprese e dei consumatori in cui rientrano a pieno titolo le lavoratrici ed i lavoratori che manifestano un peggioramento delle condizioni economiche su cui pesa il caro energia e prezzi.

Il quadro delle retribuzioni medie annue, che l’Inps ieri ha diffuso, mostra come il reddito fosse già diminuito. Sulla base di una elaborazione condotta dalla UIL su dati Inps, si evince che le retribuzioni medie annue dei dipendenti del settore privato riferite al 2021 hanno subito una flessione rispetto al 2019. Una diminuzione maggiormente evidente e preoccupante per le donne le cui retribuzioni medie annue subiscono una “sforbiciata” di 132 euro medi annui, rispetto ai 50 euro degli uomini.

Nel 2021, il gap retributivo di genere si mantiene consistente con una percentuale del 31,4% (la retribuzione media annua delle dipendenti è di 17.316 euro a fronte dei 25.224 euro degli uomini), a causa soprattutto del forte ricorso al part time che continua a vedere le donne come principali destinatarie sempre più involontariamente.

Ma dai dati dell’Inps possiamo anche ricavare qualche altro elemento interessante: per ogni donna dirigente, fanno da contraltare 5 uomini dirigenti. Siamo ancora lontani da un cambio culturale, purtroppo.

E poi i giovani. È del tutto evidente anche dall’Osservatorio Inps, che la temporaneità lavorativa, tipica delle fasce di età più giovani, determina anche livelli più bassi di retribuzione soggetti, a loro volta, a gap retributivi di genere.

È quindi chiaro che occorre iniziare con il nuovo Governo un percorso di lavoro che punti alla eliminazione delle cause che originano diseguaglianze nel mondo del lavoro, a partire dalla precarietà e da una maggiore inclusione delle donne.