Stando ai dati pubblicati oggi dall’Istat (Leggi qui), il 2021 si chiude con oltre 22,5 milioni di occupati (elaborazione UIL), in crescita di 147 mila unità di lavoro rispetto al 2020, ma mancano all’appello 833 mila posti di lavoro rispetto all’anno pre-pandemia.
Il 2021 ci consegna un aumento di persone in cerca di occupazione (+57 mila unità) ed anche, purtroppo, un numero molto elevato di inattivi che continua a superare i 13 milioni.
Se questi, a grandi cifre, sono i risultati quantitativi del 2021, è forte la preoccupazione della UIL sulla qualità del lavoro, in quanto la crescita dell’occupazione che si sta realizzando nel nostro Paese è principalmente trainata da contratti a termine che negli ultimissimi mesi del 2021 sono cresciuti con percentuali a due cifre rispetto ad un arrancante, ed alquanto indeciso, aumento dei contratti a tempo indeterminato.
Basti pensare che nel mese di dicembre, l’80% dell’aumento occupazionale è dovuto a contratti a termine.
Insomma, siamo ben lontani da quell’occupazione che la UIL vorrebbe per questo Paese. Se è vero come è vero che la ripresa economica è ripartita, non altrettanto si può dire per l’equità e la giustizia sociale. Infatti, non è più pensabile nè sopportabile che le lavoratrici ed i lavoratori vivano con contratti instabili e precari e che il nostro mercato del lavoro sia connotato da carriere frammentate, discontinue e con bassi salari.
E’ per questo che la UIL si batterà per contrastare fortemente il fenomeno del precariato che investe da troppi anni il nostro Paese, soprattutto tra i giovani e le donne.
Sollecitiamo il Governo ad un confronto per arrivare anche da noi ad una riforma del lavoro che riduca la precarietà ed il lavoro debole, sul modello di quella spagnola.
IL COMUNICATO DELL’ISTAT
I dati diffusi nel presente comunicato rendono definitiva la ricostruzione delle serie storiche dei principali indicatori fornita in via provvisoria a partire dal 6 aprile 2021 e includono l’aggiornamento dei modelli di destagionalizzazione. Tale ricostruzione, oltre a tener conto degli effetti dovuti ai cambiamenti richiesti dal nuovo regolamento europeo, integra anche il passaggio alla nuova popolazione intercensuaria. In allegato, insieme alle consuete tavole mensili, vengono rese disponibili alcune serie trimestrali grezze (per il periodo I trimestre 2004 – III trimestre 2021), in coerenza con quanto sarà diffuso da Eurostat nel corso del mese di febbraio. I confronti temporali possono pertanto essere effettuati esclusivamente con i dati in serie storica diffusi a partire dal presente comunicato e non con quelli precedentemente diffusi (per i dettagli si rimanda alla nota metodologica e ai link, riportati nel riquadro “link utili”, disponibili in fondo a questa pagina).
A dicembre 2021, rispetto al mese precedente, la sostanziale stabilità degli occupati e degli inattivi si associa alla diminuzione dei disoccupati.
La stabilità dell’occupazione è sintesi della crescita del numero di occupati tra le donne, i dipendenti a termine e le persone con meno di 50 anni d’età e del calo tra gli uomini, gli autonomi e gli ultra 50enni. Il tasso di occupazione è stabile 59,0%.
La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,3%, pari a -29mila unità rispetto a novembre) si osserva tra le donne e per tutte le classi d’età, con l’unica eccezione dei 35-49enni. Il tasso di disoccupazione scende al 9,0% nel complesso (-0,1 punti) e al 26,8% tra i giovani (-0,7 punti).
Anche la sostanziale stabilità del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni è frutto della crescita osservata per uomini e ultra 50enni e della diminuzione tra donne e individui con meno di 50 anni di età. Il tasso di inattività è stabile al 35,1%.
Confrontando il trimestre ottobre-dicembre 2021 con quello precedente (luglio-settembre), si osserva un livello di occupazione più elevato dello 0,3%, con un aumento di 70mila occupati.
La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla stabilità del numero di persone in cerca di occupazione e alla diminuzione di quello degli inattivi (-1,3%, pari a -178mila unità).
Il numero di occupati a dicembre 2021 è superiore a quello di dicembre 2020 del 2,4% (+540mila unità). Solo per i lavoratori tra i 35 e i 49 anni si osserva stabilità, ma per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione – in aumento di 1,9 punti percentuali – sale infatti per tutte le classi di età.
Rispetto a dicembre 2020, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-7,6%, pari a -184mila unità), sia l’ammontare degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-4,7%, pari a -653mila).