Desta grande preoccupazione il recentissimo “Protocollo d’Intesa per la legalità”, sottoscritto dal Direttore dell’Ispettorato del Lavoro, già Direttore Generale del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, e dal Presidente dei Consulenti del Lavoro, perché limita fortemente la neutralità che dovrebbe avere l’Ispettorato Nazionale rispetto alla vigilanza in materia di lavoro, legislazione sociale e tutela della salute e sicurezza.
Dal Protocollo, infatti, emerge un chiaro assoggettamento dell’Ispettorato ai consulenti del lavoro, facendo venire meno l’efficacia e la neutralità dell’attività di vigilanza rispetto alle tante irregolarità nei luoghi di lavoro.
Tra i sottoscrittori dell’Intesa, vengono calendarizzati tavoli di lavoro e viene stabilito uno scambio di dati e verbali ispettivi, oltre alla costituzione di un Osservatorio per la legalità e a incontri “per approfondire tematiche operative connesse all’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale e condividere possibili soluzioni”. Tutto ciò dimenticandosi di quanto sarebbe ancor più utile svolgere tali attività con le Parti Sociali.
Inoltre, come se ciò non fosse sufficiente, la convenzione permette ai consulenti del lavoro di segnalare all’Ispettorato iniziative di vigilanza mirata che, di certo, non faranno per quelle aziende da loro stessi asseverate nonostante applichino contratti collettivi pirata che fanno dumping ai CCNL di Uil, Cgil e Cisl.
Mentre le Confederazioni Sindacali sono in attesa dei promessi e non mantenuti incontri quindicinali con il Ministero del Lavoro sul tema salute e sicurezza che riguarda anche l’INL, su alternanza scuola lavoro, e precarietà lavorativa, le urgenze purtroppo sembrano essere altre.
Siamo forse in presenza di una attività ispettiva che asseconda i consulenti del lavoro?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Ivana Veronese, Segretaria confederale UIL