Nella sua amministrazione qual è la situazione rispetto all’applicazione del CCNL sugli sviluppi professionali?
La nostra amministrazione è stata la prima a effettuare i passaggi d’area previsti dagli articoli 17 e 18 del CCNL e la prima a chiudere l’accordo sulle famiglie professionali. Da questo punto di vista e nel limite delle risorse disponibili siamo stati molto veloci. Purtroppo, nel passaggio dalla seconda alla terza area, alcuni colleghi sono stati esclusi a causa della mancanza di posti a disposizione. Tuttavia, sono sicura che non verranno lasciati fuori dalla seconda tornata che effettueremo il prossimo anno. Per quanto riguarda i passaggi dalla prima alla seconda area sono stati quasi totalmente esauriti. Mentre, per le progressioni economiche orizzontali ci siamo dovuti arrendere alla scarsa disponibilità economica.
Programmazione dei fabbisogni, organizzazione degli uffici, lavoro a distanza, formazione: quanto è forte il coinvolgimento del sindacato rispetto a questi temi strategici per la gestione del personale?
Nella fase iniziale dello smart working il sindacato è stato coinvolto a pieno titolo. Pensi, che io stessa ero a capo della sperimentazione del progetto smart working non appena fu emanata la legge. Nel tempo invece questo coinvolgimento si è affievolito. Per la formazione abbiamo un piano triennale, ossia un percorso ideato e strutturato assieme all’amministrazione. Invece per quanto concerne l’organizzazione degli uffici e la programmazione dei fabbisogni è un altro paio di maniche. Su queste tematiche l’amministrazione si è limitata a informarci delle decisioni che aveva preso. Perciò non c’è stato alcun confronto.
Negli ultimi anni la contrattazione nazionale prevede il potenziamento del welfare contrattuale, che per la UIL è una battaglia di bandiera. Ci può descrivere la situazione nel suo settore?
Per noi non c’è nessuna forma di welfare a parte le polizze sanitarie integrative, che però al TAR erano già state introdotte con il precedente contratto. Quindi da questo punto di vista siamo un passo avanti. Siamo carenti invece in altre tipologie di welfare come, ad esempio, gli incentivi alla mobilità o le convenzioni. Queste ultime vengono riservate ai magistrati che compongono gran parte dei vertici dell’amministrazione. Consideri poi che ogni quattro anni c’è il ricambio dei vertici, ossia dei magistrati. I quali focalizzano la loro attenzione sul personale di magistratura me non su quello amministrativo. Infatti da settembre ad oggi ancora non ci hanno incontrato nonostante le nostre reiterate richieste. Noi, come UILPA, stiamo insistendo per uscire da questo stallo ma finora i magistrati, da poco subentrati, non hanno voluto incontrarci nemmeno per le presentazioni ufficiali.
Che cosa si aspettano dal sindacato – e dalla Uilpa in particolare – i giovani che sono da poco entrati a lavorare nella sua amministrazione?
La nostra amministrazione non ha assunto per vent’anni. Finalmente nel 2021 abbiamo assistito all’ingresso di molti giovani e abbiamo cercato sin da subito di spiegare loro cosa fa la Uil per la tutela dei diritti dei lavoratori, quali sono le attività che svolgiamo, quali sono i servizi e le convenzioni che offriamo. Nonostante ciò è molto difficile avvicinarli al mondo del sindacato. I contatti sono per lo più motivati da esigenze personali che riguardano lo smart working, le progressioni economiche, l’anzianità di servizio e altri aspetti contrattuali. Dobbiamo considerare questi contatti come un punto di partenza per sviluppare il rapporto col sindacato. Ma non le nascondo che è una strada tutta in salita. Tuttavia, come Uilpa ci impegneremo per coinvolgere maggiormente i giovani in uno spirito unitario con le altre organizzazioni sindacali.
Roma, 16 dicembre 2023
A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione