Ci teniamo a fare un approfondimento sulla questione dello SW al MEF.
Apprendiamo da varie fonti che, alle richieste della Commissione europea di ridurre considerevolmente le emissioni inquinanti, l‘Italia abbia risposto con la proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC), del ministro dell’Ambiente, in cui emerge come l’esecutivo punti a politiche per favorire il ricorso allo smart working e alla riduzione delle giornate lavorative a parità di ore lavorate con l’introduzione della settimana lavorativa corta, dato che si parla di efficientamento degli edifici pubblici. Il tutto per avere una diminuzione degli spostamenti dei lavoratori e di conseguenza quella delle emissioni e dell’energia consumata.
Lo stesso Ministro Zangrillo di FP dichiara come il lavoro agile rappresenti un importante strumento anche per la Pa, sempre più votata verso una rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere lo smart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese…
Malgrado ciò, possiamo affermare che si scrive bene in Europa ma si razzola male in Italia e in particolare al MEF, dove si cerca sempre di andare in controtendenza. Difatti, immediatamente dopo la pubblicazione della specifica policy sul lavoro agile, si sono tenuti webinar in RGS finalizzati solo a cercare degli espedienti per limitare, al massimo, la portata della policy… (senza tener conto anche della drastica riduzione delle ore di straordinario nel Ministero che i tanti colleghi ci segnalano).
Insomma, sembra che non si voglia stare al passo con i tempi, con le innovazioni nel mondo del lavoro che i mutamenti drastici di scenari ci impongono senza esitazioni.
Da parte nostra invece possiamo affermare che i lavoratori sarebbero pronti a tali nuove impostazioni … qualcun altro no!
Roma, 4 luglio 2023