Lo avevamo preannunciato, la policy sul lavoro agile nel nostro dicastero sarebbe stata, visto il contenuto della stessa, un disastro.
Basta verificare i dati sul territorio e a livello centrale e, tranne qualche rarissima eccezione, chi già usufruisce dello Smart Working ha ottenuto al massimo solo 2 giorni e coloro che per motivi particolari già usufruivano di 10 gg di SW magicamente se li sono visti ridotti a 8 al fine di poter avere diritto a 2 giorni di CW, dunque, peggiorando di fatto le condizioni delle motivazioni del lavoro agile che, ricordiamo a tutti, riguardano principalmente la conciliazione lavoro/famiglia. Con una logica di “tanto al Kilo”… poi ci si meraviglia se il personale che transita al Ministero non accetti l’incarico oppure se ne vada altrove. Si rimane ancorati a vecchi concetti lavorativi non votati verso l’innovazione e i tempi moderni.
Il CW è presenza in servizio, quindi supera il criterio della prevalenza anche se prestata in altre località, come ribadito al tavolo in più occasioni anche dai vertici dell’amministrazione. Ma questo lo hanno capito i Dirigenti?
Forse su questa questione una mirata FAQ avrebbe opportunamente dovuto specificare che “in caso di prestazione…” non significa bloccare la prevalenza in servizio. Noi suggeriamo di farla e di dare le necessarie indicazioni al riguardo a quei distratti dirigenti per non mortificare l’istituto del Coworking.
La stessa policy prevede che il dirigente possa andare oltre le 5 giornate previste e già sappiamo che qualche dirigente che ha colto lo spirito della policy starebbe pensando di attuarla in questi termini, avendo anche compreso che solo così ottiene il benessere dei dipendenti e quindi i migliori risultati lavorativi.
Vorremmo sommessamente ricordare che coloro che hanno chiesto il CW sicuramente hanno richiesto anche lo SW.
Avevamo già fatto un comunicato “Rispetto”.
Purtroppo, ancora una volta, siamo costretti ad assistere all’ennesimo esperimento fallimentare che delude ovviamente le aspettative del personale.
Il 7 marzo p.v. Ci sarà un bellissimo convegno sulle donne “IL MEF A FIANCO DELLE DONNE: un altro genere di leadership alla guida del cambiamento nella PA” dove siamo invitati e sicuramente parteciperemo perché è un argomento molto importante.
Però visti i reali risultati al nostro dicastero, vista l’applicazione della policy, ci troviamo di fronte all’ennesima situazione “solo chiacchiere e distintivo”, in quanto questi istituti di lavoro agile troverebbero certamente maggiore riscontro più in ambito femminile.
Auspichiamo quindi che vengano organizzate delle call per spiegare la policy (disegnini) e verificare i dati e le sedi ed una convocazione a breve per apportare le dovute modiche alla policy.
Dirigenti incapaci di applicare una policy e che paradossalmente dovrebbero, nel caso dei fragili, essere in grado di interpretare un certificato di diagnosi di fragilità come fossero dei medici: dovrebbero invece essere i medici competenti naturalmente che, a seguito della presa visione del certificato del medico di famiglia, dovrebbero valutare e consigliare al dirigente quale provvedimento adottare.
Per non parlare del telelavoro che sarebbe stato immaginato, in via sperimentale, per appena sole 6 postazioni e che ancora non ha trovato neanche applicazione pur essendo già passati più di 6 mesi.
Il benessere lavorativo deve essere la priorità dell’amministrazione, solo così si può ottenere il massimo dai lavoratori, che in questo momento vivono una disaffezione senza precedenti verso questo ministero.
Roma, 6 marzo 2024