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UIL. Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia

È stata presentata, in occasione della Conferenza Nazionale sull’economia circolare, la quinta edizione del “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia”, a cura del Circular Economy Network (CEN), la rete di aziende e associazioni d’impresa promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Il Rapporto 2023 è inoltre accompagnato da un focus dedicato a “Le scelte dei consumatori per l’economia circolare”, attraverso un’indagine condotta in collaborazione con Legacoop, per approfondire le modalità in cui i consumatori possono orientare la transizione verso modelli di business circolari. Il testo e la relativa Sintesi sono scaricabili al link. Il documento conferma, purtroppo, un arretramento della Circular Economy a livello globale, anche se l’Italia si conferma leader nel settore, tra le più grandi economie europee.

Non mancano, però, i campanelli di allarme: anche nel nostro Paese si registra un peggioramento su alcuni indicatori chiave, quali il tasso di uso circolare della materia e la produttività delle risorse (da intendersi come il rapporto tra il prodotto interno lordo e il consumo di materiale interno). Per quanto concerne l’uso dei materiali, infatti, dal report è possibile evincere che, nel corso del 2022, le importazioni nette sono risalite, il che testimonia la dipendenza dell’Italia dai mercati stranieri in questo settore.

Dal punto di vista della produttività delle risorse nel loro complesso, il nostro Paese conferma, tutto sommato, una buona performance, avendo generato, nel 2021, 3.2 euro di Prodotto Interno Lordo (PIL) per ogni kg di risorse consumate. Peraltro, nel contesto europeo – in cui la media è di 2.1 euro/kg – la nostra economia si conferma in posizione paritaria rispetto a quella francese e subito sopra quella tedesca. Il trend nazionale dell’utilizzo di materia proveniente dal riciclo, invece, risulta stazionario rispetto al 2017, mentre appare in calo nel biennio 2020 – 2021. In Italia, poi, cresce la produzione di rifiuti speciali (+ 21,5 Mt dal 2015 al 2019), mentre è in flessione quella di rifiuti urbani (- 3 Mt dal 2010 al 2021).

Il Rapporto contiene anche alcune proposte ritenute prioritarie per concretizzare la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (in fase di attuazione). Fra queste, vogliamo segnalare: l’attento recepimento delle normative europee in materia di eco-design e prodotti sostenibili, di corretta informazione e responsabilizzazione dei consumatori, di circolarità per i prodotti tessili e da costruzione; il miglioramento delle regole sugli imballaggi; lo sviluppo dell’economia circolare delle cosiddette “materie prime critiche” (litio, cobalto, fosforo, alluminio e simili) essenziali nell’ambito delle transizioni energetica e digitale; la realizzazione dei progetti di Circular Economy finanziati con le risorse del PNRR; il rafforzamento delle misure di circolarità e di prevenzione della produzione dei rifiuti; il recupero dei ritardi territoriali nella raccolta dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche); il miglioramento della normativa sull’End of Waste.

Interessanti anche i dati ricavati dal citato approfondimento sull’orientamento degli utenti finali.

Dal focus appare evidente che rafforzare le scelte dei consumatori in termini di circolarità è utile per contrastare l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, ma anche per frenare i fenomeni inflattivi. Allo stesso tempo, per affermare un modello circolare di economia, è indispensabile conoscere, indirizzare e facilitare le scelte degli utenti nei tre momenti cruciali dell’acquisto, dell’utilizzo e del “fine vita” dei beni. Da questo punto di vista, il nostro Paese conferma l’attitudine positiva registrata negli ultimi anni, visto che, rispetto all’acquisto di un prodotto nuovo, 7 italiani su 10 ritengono che comprarne uno usato, ricondizionato o rigenerato abbia benefici ambientali legati al minore spreco delle risorse e alla ridotta produzione di rifiuti.

Per la UIL, la pubblicazione del Rapporto costituisce l’occasione per ribadire l’importanza della conversione verso modelli di produzione e di consumo circolari, che si manifesta ormai come una necessità imprescindibile, non solo per garantire la Sostenibilità dal punto di vista ecologico, ma anche per assicurare una solida ripresa economica, rendere stabile e duraturo lo sviluppo, aumentare la competitività delle imprese ed avere Lavoro di qualità.

Per centrare al meglio e in tempi brevi i target previsti dal nuovo modello economico, è anche necessario agire affinché l’ideazione dei prodotti sia sempre più ecocompatibile: ampliando la direttiva sulla progettazione; estendendo i criteri di ecodesign; puntando sulla durabilità e sulla riutilizzabilità, sull’incremento dell’uso di materiali riciclati e di “materie prime seconde”, nonché sulla limitazione di prodotti monouso.

Allo stesso modo, è opportuno intervenire sui processi produttivi: agevolando la simbiosi industriale; puntando sulla formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e sulla riconversione in chiave green dei settori industriali; promuovendo il ricorso alle tecnologie green e digitali; supportando la circolarità attraverso la revisione della direttiva sulle emissioni industriali; promuovendo la circolarità nelle piccole e medie imprese.

Dal punto di vista dei consumi, infine, bisogna puntare a garantire che gli utenti finali ricevano informazioni attendibili sulla durata di vita e sulla riparabilità dei prodotti, gettando le basi di quella cultura del riciclo e del riuso che dovrà essere il fondamento del prossimo futuro comune.

 

Rapporto-sulleconomia-circolare-in-Italia-2023

 

Sintesi-Rapporto-sulleconomia-circolare-in-Italia-2023

 

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