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UIL: no al blocco per la rivalutazione delle pensioni

Reputiamo assolutamente iniquo e sbagliato il blocco della rivalutazione per le pensioni varato con l’ultima legge di bilancio: un danno rilevante per i pensionati italiani. Una misura peggiorata, nel corso dell’iter parlamentare, con la modifica al ribasso delle percentuali di indicizzazione. Questo Governo, come tutti i suoi predecessori, continua ad usare le pensioni come un bancomat. Gli interventi dal 2011 ad oggi sono stati un danno enorme per le famiglie dei pensionati, che hanno visto il loro potere d’acquisto ridursi drasticamente. Una misura ancora più grave in questo periodo di alta inflazione, che vede le famiglie di pensionati più esposte ai rincari, specialmente quelli energetici.

Bisogna subito invertire la rotta con un intervento che dia maggiore liquidità ai pensionati, ampliando e rafforzando la 14° mensilità e procedendo ad un taglio delle tasse con una misura che incrementi le detrazioni specifiche per i redditi da pensione.

In questa legge di bilancio, poi, non vi è traccia di misure che introducano una vera flessibilità di accesso alla pensione. Quota 103 risponde in minima parte alle legittime aspettative dei lavoratori precoci, ma solo a quelli con carriere stabili e durature. Non c’è, invece, il necessario intervento di flessibilizzazione del sistema, come più volte chiesto dalla UIL. Una misura che risponderebbe alla necessità di milioni di persone, consentendo l’accesso alla pensione con il doppio canale: con il solo criterio anagrafico, intorno ai 62 anni di età; con il solo criterio contributivo, con 41 anni di anzianità a prescindere dall’età.

La Legge di bilancio proroga APE sociale, ma senza quelle opportune modifiche, più volte richieste, che migliorino la misura e superino quei paletti che stanno di fatto depotenziando lo strumento.

Così come la “nuova Opzione donna” è una misura sbagliata, in quanto penalizza gravemente le lavoratrici ed è fortemente limitata dai nuovi criteri che discriminano gran parte delle donne che avrebbero avuto accesso alla misura. Per la UIL si deve agire con interventi veri e forti che valorizzino ai fini previdenziali il lavoro di cura e la maternità, senza alcuna penalizzazione, ma, anzi, con uno strumento che integri l’assegno pensionistico e che rafforzi la flessibilità in uscita.
Infine, totalmente assente in manovra il tema delle future pensioni dei giovani.

 

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