Il 1° febbraio 2021, a seguito dell’ennesima riforma dell’attuale Ministero della Cultura, è nata la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale. Sin dalla sua istituzione il personale operativo, e particolarmente i funzionari tecnici, è sempre stato inferiore rispetto alla previsione della pianta organica e a quanto necessario per l’ordinario funzionamento dell’Ufficio. A fronte di 111 unità per garantire il funzionamento, oggi in servizio ci sono solo 48 lavoratori, di cui 32 dipendenti nelle 4 sedi operative di Roma, Viterbo, Tarquinia ed Oriolo Romano e 16 addetti alla vigilanza nelle aree archeologiche assegnate che effettuano un servizio di apertura al pubblico.
“Lavorare in queste condizione è impossibile, non solo nel far fronte a situazioni di carattere emergenziale ma anche nell’ordinarietà – denunciano FP CGIL e UIL PA – , ma soprattutto rispetto all’impegno previsto dal carico di lavoro, arrivato attualmente a livelli insostenibili. La situazione attuale comporta il rischio di gravi danni operativi ed economici per il territorio di competenza e per le attività di tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati dal buon andamento di questo ufficio. La mancanza di soluzioni concrete da parte del MIC, nonostante la situazione sia stata più volte evidenziata a più livelli, si traduce in criticità e mancanze che impattano gravemente sulle attività di Enti locali e privati, che già subiscono e subiranno loro malgrado sempre più le conseguenze della situazione attuale, con il rischio concreto di perdite di finanziamenti e gravi danni economici anche in relazione all’attuazione del PNRR”.
FP CGIL e UIL PA hanno più volte denunciato la grave carenza di personale, che arriva intorno al 30% di quanto stabilito dalle piante organiche, esposta anche al dirigente competente dai funzionari stessi, perché rende impossibile adempiere anche alle attività minime.
“Nonostante i funzionari e tutti i dipendenti assicurino la propria attività ben oltre l’orario contrattualmente previsto – continuano i sindacati – si rischia una paralisi totale dell’attività di tutela del patrimonio culturale in un territorio, come quello viterbese e dell’Etruria Meridionale, ricco di importanti testimonianze storico artistiche e che su queste fa leva per lo sviluppo turistico ed economico. Allo stato attuale non è possibile assicurare né il rispetto delle tempistiche legate alla resa dei pareri, né il buon andamento delle procedure, né l’attuazione della programmazione ordinaria e dei cantieri attualmente in corso, con conseguenze per tutti i soggetti e gli operatori economici coinvolti. Anche lo scorrimento delle graduatorie concorsuali rischia di non essere di aiuto perché non include personale tecnico-scientifico addetto alle funzioni di tutela.
Chiediamo un forte intervento della politica, sia a livello di Ministero, per integrare il personale attualmente operativo con urgenti assunzioni, anche a carattere emergenziale, sia a livello di governo locale, affinché le istituzioni tutte si facciano carico di una situazione che rischia di impattare sulle risorse del territorio”.