In Italia il lavoro nuoce gravemente alla salute. Nel 2021 sono stati denunciati poco più di 564mila infortuni sul lavoro, mentre quelli con esito mortale sono stati 1.361. Al netto dei contagi da Covid-19 di origine professionale, le denunce con esito mortale “tradizionali” sono aumentate di quasi il 10%, rispetto al 2020. In aumento anche le denunce di malattia professionale, che sono state poco più di 55 mila.
Dinanzi a questo bollettino di guerra stilato dall’Inail occorre essere molto chiari: il neoliberismo non ha il benché minimo rispetto della vita dei lavoratori. Per incrementare il profitto di pochi, obbliga i dipendenti a ritmi di lavoro forsennati sottoponendoli a sforzi fisici e psicologici che fanno saltare le norme sulla sicurezza.
Che fare dinanzi a questa situazione? Applicare le regole esistenti. Applicarle perché in Italia abbiamo una delle migliori legislazioni al mondo in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. La realtà concreta di luoghi di lavoro, scientemente fondati sull’insicurezza, affonda le sue radici nella mitologia della competizione globale sostenuta dagli economisti di scuola neoliberista e, di conseguenza, da quasi tutta la stampa. In verità la competizione è spesso un paravento che nasconde l’obiettivo vero del neoliberismo: esercitare il comando assoluto sui lavoratori. I quali, sono ormai privi di rappresentanza politica e di fatto obbligati ad accettare qualsiasi condizione pur di guadagnarsi da vivere. Oltre alle basse retribuzioni i lavoratori devono sopportare di operare in situazioni di rischio perché, il cosiddetto datore di lavoro, non può perdere tempo e denaro con i “lacci e lacciuoli” previsti dalle norme per la sicurezza.
Sul fronte della sicurezza sul lavoro la UILPA è in prima linea, perché comprende settori che svolgono attivitàparticolarmente rischiose. Penso ai Vigili del Fuoco e alla Polizia Penitenziaria.
Ma vorrei ricordare anche i lavoratori dell’ANAS e quelli della Motorizzazione Civile, che svolgono buona parte delle loro attività sulle strade; al personale del Ministero della Salute addetto ai controlli sanitari; ai lavoratori che operano nei siti culturali e nei cantieri per gli scavi archeologici; ai dipendenti del Ministero della Difesa che operano negli stabilimenti manifatturieri. Potrei continuare, ma mi fermo qui. La UILPA è in prima linea anche per un altro motivo: perché tutela le categorie di dipendenti pubblici che svolgono la propria attività nelle amministrazioni preposte ai controlli sulla sicurezza nelle imprese private: Ispettori del Lavoro, dell’INPS e dell’INAIL.
A quest’ultimo Istituto, fra l’altro, la legge attribuisce importanti funzioni in materia di promozione, formazione e informazione. Per chiudere, vorrei ricordare che diversi uffici statali non sono esenti da problemi di sicurezza. E allora la funzione di stimolo che il sindacato svolge nei confronti del datore di lavoro pubblico, risulta decisiva. Proprio per questo motivo, meno di anno fa la UILPA ha costituito il Coordinamento salute e sicurezza, raccordato con il Coordinamento Confederale, mettendo anche le proprie competenze a disposizione della nostra Organizzazione. Uno degli obiettivi essenziali che ci proponiamo, è quello di procedere in tempi brevi alla nomina di tutti i RLS nelle sedi di lavoro del nostro comparto, superando l’attuale situazione a macchia di leopardo che vede molte sedi ancora scoperte. Ma, un obiettivo ancora più ambizioso che il Coordinamento si è dato, è quello di interloquire con i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di ogni amministrazione, per ragionare sulle specificità che le caratterizzano, prevederne le difficoltà ed intervenire utilmente ogni volta che sia necessario.
Sandro Colombi, Segretario generale UILPA
Newsletter UIL “Sicurezza in Rete” – 4 – Settembre/ottobre 2022