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Morti sul lavoro: strage infinita

Una settimana di lutti. Dopo Luana D’Orazio e Cristian Martinelli altre quattro vittime

Riproponiamo il comunicato di Sandro Colombi 

Eravamo sgomenti per la morte atroce di Luana D’Orazio, giovane madre lavoratrice di appena 22 anni, in una fabbrica tessile di Prato. Non c’è stato tempo di elaborare quest’ennesimo lutto perché ieri è morto Cristian Martinelli, operaio di 49 anni schiacciato da una fresa industriale a Busto Arsizio. Lascia la moglie e due figlie piccole.

E domani? Che succederà da qui a pochi mesi, quando le imprese italiane dovranno accelerare a ritmi forsennati per recuperare le quote di mercato perdute?

Sembra una spirale inarrestabile. In Italia contiamo una media di tre lavoratori morti al giorno. Inaccettabile. Non ci sono discorsi, celebrazioni, impegni delle autorità che possano fermare una macchina mostruosa che miete le vite di persone intente a guadagnarsi onestamente da vivere.

Una volta pensavamo che il lavoro fosse un diritto. Oggi la metamorfosi culturale del concetto di lavoro è completa. Lavorare è diventato un privilegio. E, come tale, un lusso da pagare in termini di rischio personale. In certi settori produttivi, lavorare è come praticare uno sport estremo.

Noi alla visione che intende la sicurezza sul lavoro come un costo non ci pieghiamo. Lavorare in sicurezza è un diritto. Quando qualcuno muore sul lavoro lascia intorno a sé la disperazione. Figli senza genitori, famiglie segnate per sempre dal lutto. Se il messaggio della nuova normalità è che la vita umana vale meno del profitto e delle macchine che aumentano la produttività, noi non lo accettiamo e non lo accetteremo mai.

Nel nostro Paese si discute di faraonici Piani la cui attuazione richiede il prestito di centinaia di miliardi di euro. Nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza c’è un passaggio dedicato proprio al tema della vigilanza sul lavoro. Si parla di 2mila ispettori da assumere. A malapena serviranno a bilanciare le uscite dei prossimi anni. Ne occorrono di più. Occorrono investimenti anche per la sicurezza nelle imprese e che il PNRR non prevede.

Di fronte al quotidiano bollettino di guerra la Uil ha lanciato la campagna “Zeromortisullavoro”. Una campagna che proseguirà per tutto l’anno. Anzi, la nostra campagna sarà sempre più forte. Perché siamo convinti che la cyber-security, la sicurezza degli edifici scolastici e il riassetto idrogeologico siano cose importantissime. Ma per dare un futuro a questo Paese occorre qualcosa di molto più importante. Si chiama: diritto di lavorare per vivere. Ha il volto di Luana D’Orazio e di Cristian Martinelli.

Sandro Colombi, Segretario generale Uilpa

Roma, 6 maggio 2021

» UIL: ZERO MORTI SUL LAVORO

 

In allegato il comunicato stampa in PDF.