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RSU | Stefania Pinci, Ministero Esteri Roma: «Va superata la lieve ma persistente tendenza alle discriminazioni di genere»

Stefania Pinci

Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?

I problemi dei singoli uffici dell’Amministrazione degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale sono in parte collegati alla specifica struttura del dicastero che opera sinergicamente nella sede centrale e attraverso la rete estera delle Rappresentanze diplomatiche e consolari. Non è facile perciò individuare un corpus omologo di criticità. Certamente alcune carenze sono comuni sia a livello centrale che estero.

Prima fra tutte la cronica carenza di personale, che in parte si sta cercando di colmare, e, inoltre, la necessità di rafforzare i fondamentali professionali delle varie categorie di personale, attraverso una formazione continua e aggiornata.

Tra le difficoltà c’è da citare anche quella di dialogare con la dirigenza a livello di misure organizzative del lavoro, e una lieve ma persistente tendenza alle discriminazioni di genere.

Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?

La Uilpa è impegnata ovviamente su tutti questi fronti caldi, ovvero: nella richiesta di una maggiore apertura ai concorsi esterni e alle procedure che consentono i passaggi ascensionali da un’area professionale all’altra; nella individuazione delle criticità derivanti da carente formazione professionale e nel dialogo con la controparte datoriale su questi temi.

La Uilpa è inoltre consapevole che occorra fare pressione sui competenti organi dell’Amministrazione perché formi e sensibilizzi ancora di più la dirigenza, su tematiche quali: disparità di genere, benessere organizzativo, smart working, orientamento manageriale teso al risultato di lungo termine.

Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?

All’interno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale la Uil è sempre stata vicina alle persone, trasversale e con una visione strategica di lungo periodo. Oggi più che mai è necessario serrare i ranghi e, al contempo, aprirsi al futuro che è denso di promesse, ragionando sulle sfide del domani. Per questo occorre sempre più lavorare ad un sindacato sostenibile e inclusivo.

Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?

Al sindacato non potrà essere riservato un ruolo sociale marginale. Credo cha la sua missione sia anche in un certo senso politica, ossia di orientare il cambiamento intervenendo quale interlocutore privilegiato dei decisori politici pubblici.

Tutto questo però soltanto con la capacità di intercettare i bisogni di quelli che nel lavoro ci stanno immersi vivendo una realtà ibrida, flessibile, sfumata, molto spesso ingiusta.

In prospettiva immagino una società civile capace e influente, arricchita anche dai corpi sindacali impegnati a promuovere una governance di nuovi diritti del lavoro davvero efficace.

30 marzo 2022

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