Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?
Ci troviamo in un periodo molto complicato, con inevitabile riverbero in ogni settore delle Amministrazioni dello Stato. Nella fattispecie, la Direzione Provinciale di Cosenza dell’Agenzia delle entrate opera in un territorio vastissimo, essendo una delle province più estese sul territorio nazionale e questo fa sì che l’utenza da servire sia ampia ed eterogenea, con inevitabile carico di lavoro che aumenta anno dopo anno. A questo aumento quantitativo, purtroppo, non corrisponde un potenziamento dell’organico ed anzi, a fronte dei sempre più numerosi fisiologici pensionamenti, non vi sono forse fresche a compensare la situazione. Solo quest’anno, caso più unico che raro, sono state individuale risorse anche per la Calabria nel concorso per nuovi funzionari indetto dall’Agenzia; ma è ancora una goccia nell’oceano.
Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?
Ho come la sensazione che sia proprio a livello centrale che non ci si renda conto, pienamente, di tale impellente necessità. Occorrerebbe una minore burocrazia nelle procedure di mobilità e dei distacchi regionali, al fine di garantire il rientro in Calabria dei colleghi sparsi sul territorio nazionale che ne abbiano necessità, oltre, si intende, a un aumento delle unità per la regione Calabria nei concorsi futuri. Nella grave situazione economica nella quale sta versando il Paese non si può pensare di fronteggiare le problematiche fiscali, in una regione come la Calabria, senza un organico adeguato. Battere su questo tasto è ormai divenuto strettamente necessario.
Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?
Difficile, ovviamente, rispondere a questa domanda senza rischiare di cadere nella autocelebrazione. Eppure, la risposta, come sempre, riposa unicamente nei fatti. Valutino, dunque, i nostri colleghi se siamo, o no, stati presenti per cercare di risolvere le problematiche delle quali ci hanno interessato. Valutino i nostri colleghi se siamo stati, o no, sempre a disposizione e con atteggiamento propositivo e fattivamente collaborativo. Una struttura complessa e articolata come una Direzione Provinciale, con duecento dipendenti, necessita di un confronto continuo e costante, quello che noi abbiamo sempre avuto e che ci proponiamo di continuare ad avere.
Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?
L’epoca attuale è estremamente confusa, ridotta a una sottoproletarizzazione generale, a causa del sempre più abissale distacco, ormai conclamato, tra le istituzioni governative ed i lavoratori. I lavoratori, queste pedine ultime anello dell’ingranaggio turbocapitalistico, subiscono dall’alto decisioni che, quasi sempre, portano ad una modificazione in pejus della loro condizione.
Il ruolo del sindacato, però, non può e non deve essere solo di conflitto. Va riscoperta e rinvigorita, invece, quella funzione di mediazione-integrazione che consenta di intravedere le problematiche sotto una luce diversa, perché oltre il bianco e il nero vi sono tante sfumature.
Consentitemi di citare un grande matematico, Andrew Wiles (colui che nel 1994 dimostrò il Teorema Di Fermat): “Quando un problema è troppo grande ed appare per questo insormontabile, va spezzettato in tanti problemi più piccoli per poi affrontarli uno per volta.“.
15 marzo 2022