Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?
Dal momento che si va affermando la telematizzazione dei servizi nel mio ufficio si assiste ad un’evoluzione dei ruoli e delle mansioni. Pertanto, le unità presenti devono farsi carico del lavoro che, se da un lato è stato alleggerito per effetto degli interventi legislativi che hanno tolto competenze agli Ufficiali giudiziari, dall’altro ne prospetta di nuove e ci porta ad affrontare problemi complessi connessi alle modalità di esecuzione. Non sempre tuttavia, il lavoro è distribuito in maniera omogenea.
Inoltre, pur proiettati verso il futuro, spesso la nostra attività rimane vincolata a schemi che sono retaggio di un passato che non è più. Infatti, nell’ottica di una modernizzazione ancora in itinere, l’intervento legislativo ha limitato le nostre competenze, ma laddove ne sono state riconosciute di nuove, il dispositivo di legge è spesso rimasto lettera morta per mancanza di coordinamento fra gli uffici e la fornitura di piattaforme informatiche idonee.
Rispetto agli altri uffici giudiziari che fanno capo alla Corte d’Appello, il nostro Ufficio Notifiche Esecuzioni e Protesti sembra essere il fanalino di coda: spesso manchiamo di informazione, e sarebbe auspicabile un maggior dialogo fra capo dell’ufficio e lavoratori.
Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?
Sarebbe opportuno raccordarci meglio con l’Ufficio giudiziario dal quale dipendiamo, per operare nel senso di una maggiore trasparenza delle iniziative o progetti che l’ufficio si prefigge, anche nella prospettiva di conseguire maggior efficienza e produttività.
Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?
Rappresentare i lavoratori non è un’attività che si improvvisa, ma occorre una specifica capacità che si acquista nel corso degli anni. La Uil, sindacato storico da sempre sul campo, assicura queste garanzie anche perché presente da tempo nel mio ufficio e perciò ne conosce le problematiche peculiari. Molti sindacalisti sono anche colleghi e possono intervenire in maniera efficace, perché a loro volta vivono quotidianamente la nostra stessa realtà lavorativa.
Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?
Qualche volta, di fronte a situazioni che ci sembrano irrisolvibili, ci facciamo prendere dallo sconforto; qualche volta diciamo con amarezza che nulla cambierà, ma qualcuno, in ufficio, fa notare che rispetto al passato sono stati fatti passi da gigante: è vero, e tanto resta ancora da fare.
Essendo una donna, mi vengono in mente tutte le situazioni connesse alla maternità, spesso così difficile da conciliare con il ruolo di lavoratrice: gli asili aziendali, per esempio, restano ancora un sogno.
Il ruolo del sindacato sarà decisivo anche nell’ottica della formazione e aggiornamento, sia di chi si affaccia al mondo del lavoro, sia di chi, già dentro, deve crescere necessariamente nella propria professionalità per mantenersi al passo coi tempi.
Proprio perché il mondo del lavoro contemporaneo è complesso e in evoluzione è necessaria la presenza del sindacato, portavoce delle istanze del lavoratore in una necessaria dialettica con l’Amministrazione.
28 marzo 2022