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RSU | Alfredo Di Lorenzo, Ministero Esteri Roma: «Alla Farnesina la domanda di sindacato è altissima»

Alfredo Di Lorenzo

Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?

Il primo è l’invecchiamento del personale delle Aree Funzionali, dovuto al lungo blocco delle assunzioni e alla lentezza nel reclutamento, aggravata dalla pandemia. Il secondo è la mancanza di gratificazioni economiche e di carriera per questo stesso personale.

Il livello delle retribuzioni all’estero, un tempo sicuramente generoso, si è ridotto negli anni per effetto dei tagli alla spesa pubblica disincentivando le domande di trasferimento verso molti paesi, soprattutto quelli dove il costo della vita è sensibilmente elevato, senza sottovalutare anche l’effetto dissuasivo dei carichi di lavoro, ormai elevatissimi proprio per via del ridotto personale.

Ultimo, ma non per importanza, il Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale è una delle Amministrazioni che ha bandito meno progressioni economiche – appena due negli ultimi quindici anni – e che si è rivelata molto diffidente anche nel concedere chance di carriera alle proprie Seconde Aree.

Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?

Concorsi, concorsi, concorsi: interni ed esterni. Per quanto riguarda la Uilpa, il nostro è un sindacato molto concreto. Le faccio un esempio. I non vincitori delle procedure indette nel 2019 in base alla Legge Madia, oltre 200 per poco più di 40 posti – poi aumentati a circa 70 – a riprova della qualità del personale coinvolto, si sentirono dire a pochi giorni dai risultati di non poter beneficiare della qualifica di idonei, ma di essere semplicemente entrati in un grande elenco, non potendo in questo modo sperare in alcuno scorrimento. Quasi ottanta colleghi di questo gruppo si sono così cimentati con i concorsi pubblici esterni indetti in quel periodo e metà di loro li ha poi brillantemente superati.

Grazie però all’azione della Uilpa, qualcosa si è successivamente mosso anche nelle “non graduatorie”, come sono state poi ribattezzate, dell’ex legge Madia.

Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?

Cito uno slogan che stiamo lanciando in queste ore: Facciamo sindacato e lo facciamo bene. La qualità della nostra azione è confermata dal fatto che i colleghi ci lasciano solo e soltanto perché vanno in pensione, e che i neoassunti scelgono noi in gran numero. Sono Coordinatore di Amministrazione della Uilpa al Ministero dal 2017 e in questi anni solo due iscritti ci hanno abbandonati. Ricordo però che in uno di questi casi, in cui la collega aveva revocato la tessera perché non aveva ottenuto la sede estera dei suoi desideri, l’interessata, dopo essersi iscritta ad un’altra sigla, fu comunque assegnata dove le avevamo suggerito di andare in alternativa, proposta che prima aveva sdegnosamente rifiutato.

Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?

Io percepisco una domanda di sindacato altissima, e secondo me non è affatto inferiore a quella di venti o trenta anni fa. Il punto è quale sindacato si aspettano gli italiani negli anni ’20 di questo secolo.

Gli uomini e le donne del secolo scorso cercavano leader carismatici, quelli di adesso cercano un sindacalismo professionale che gli risolva i problemi in modo reale e verificabile. In due parole: responsabilità e trasparenza. Può darsi che altrove non sia così, o non lo sia ancora. La realtà umana e sindacale della Farnesina però è questa.

31 marzo 2022

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