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Ritrovato a Roma l’antico teatro di Nerone

Teatro di Nerone (foto Soprintendenza speciale di Roma - Facebook)

“Una scoperta di eccezionale importanza”. Così la Soprintendente di Roma, Daniela Porro, ha definito il ritrovamento dell’antico teatro di Nerone a Roma.

 

Strutture e decorazioni identificabili con resti del teatro di Nerone sono tornati alla luce dagli scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza Speciale di Roma nel cortile e nei giardini di Palazzo della Rovere, sede dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che affaccia su via della Conciliazione a pochi metri dal confine con il Vaticano.

 

I resti riguardano la parte sinistra della cavea a emiciclo, le sontuose colonne lavorate con marmi pregiati, le raffinate decorazioni a stucco con foglia d’oro e alcuni ambienti utilizzati come depositi di costumi e scenografie. Sono tutti elementi che concorrono a identificare gli edifici ritrovati come il Theatrum Neronis.

 

L’indagine archeologica, condotta dalla Soprintendenza speciale di Roma, dopo i primi sondaggi iniziati a gennaio del 2020, ha restituito una articolata stratigrafia che va dalla tarda Età Repubblicana al Medioevo, fino al Quattrocento. Nella vasta area appartenente alla famiglia romana giulio-claudia, dentro gli ‘Horti’ di Agrippina, Caligola aveva fatto costruire un circo per le corse dei cavalli e Nerone ordinato di realizzare un teatro, dove si cimentava nelle sue esibizioni poetiche, canore e musicali. Sul sito è stato girato anche un trailer da Rai Storia, anticipatore della puntata intitolata ‘Sotto il suolo di Roma’ che andrà in onda a ottobre per la serie ‘Italia, viaggio nella bellezza’ realizzata in collaborazione con il ministero della Cultura.

 

“Si tratta di una scoperta di eccezionale importanza – sottolinea la soprintendente Porro – che testimonierebbe la presenza del Theatrum Neronis di cui parlano fonti antiche da Plinio a Svetonio e Tacito, ma finora mai ritrovato. Sono di grande interesse – aggiunge – anche i ritrovamenti medioevali e moderni che vanno ad arricchire le conoscenze storiche e topografiche sulla evoluzione di questa importante area della città di Roma”.

 

Una parte del sito archeologico sarà portata alla luce, sicuramente con le sue colonne; un’altra parte sarà invece ricoperta, mentre i reperti saranno esposti al pubblico.