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Rapporto Eurispes. Aumentano i prezzi, scarseggia la fiducia

Il Rapporto Italia, giunto quest’anno alla 35a edizione, ruota attorno a 6 capitoli, ciascuno dei quali offre una lettura dicotomica della realtà esaminata. Ogni capitolo è illustrato attraverso 6 saggi e 60 schede fenomenologiche. Vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Eurispes ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.

Le dicotomie tematiche individuate per il Rapporto Italia 2023 sono:

Stato/Mercato • Merito/Obbligo • Diritti/Doveri • Responsabilità/Irresponsabilità • Sicurezza/Insicurezza • Otium/Negotium

 

LA PANDEMIA HA PORTATO UN SENSO DI PESSIMISMO TRA GLI ITALIANI CHE IN MAGGIORANZA INDICANO PEGGIORATA LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE NELL’ULTIMO ANNO. FINO AL 2020 INFATTI PREVALEVA LA CONVIZIONE CHE CI FOSSE STABILITÀ. NONOSTANTE QUESTO ORIENTAMENTO GENERALE, IL 42% DEI CITTADINI AFFERMA CHE LA PROPRIA SITUAZIONE ECONOMICA PERSONALE/FAMILIARE NEGLI ULTIMI 12 MESI È RIMASTA STABILE. A METTERE IN DIFFICOLTÀ GLI ITALIANI SONO SOPRATTUTTO IL PAGAMENTO DEL CANONE D’AFFITTO (48,4%), DELLE BOLLETTE E UTENZE (37,9%; +3,5% RISPETTO AL 2022) E IL MUTUO (37,5%). NELLE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE LA FAMIGLIA D’ORIGINE FUNZIONA ANCORA DA AMMORTIZZATORE SOCIALE (36,8%). CRESCE IL RICORSO ALLA RATEIZZAZIONE DEI PAGAMENTI PER AFFRONTARE L’ACQUISTO DI NUOVI BENI (45,8%), IL 16,3% HA SCELTO LE NUOVE PIATTAFORME ON LINE CHE OFFRONO SERVIZI FINANZIARI SENZA INTERESSI.

 

Stando ai dati rilevati dell’indagine dell’Eurispes per il 2023, il 53,8% dei cittadini indica che l’andamento della economica del Paese nel corso dell’ultimo anno è peggiorato. La pandemia ha portato pessimismo: fino al 2020 prevaleva infatti l’opinione secondo cui la situazione fosse sostanzialmente stabile. Poco ottimismo anche se si pensa al futuro economico dell’Italia nei prossimi 12 mesi, pure se molti sperano nella stabilità: secondo il 31,2% degli italiani la situazione resterà stabile, mentre per circa il 30% peggiorerà, solo per l’8,5% ci sarà un miglioramento e ben il 30,2% non sa o non risponde. Nonostante la percezione di un peggioramento della situazione economica del Paese, il 42% dei cittadini afferma che la propria situazione economica personale/familiare negli ultimi 12 mesi è rimasta stabile.

La spesa che più spesso mette in difficoltà le famiglie è il pagamento del canone d’affitto (48,4%), seguita dalle bollette e utenze (37,9%; +3,5% rispetto al 2022) e dalla rata del mutuo (37,5%), mentre tre italiani su dieci hanno difficoltà a pagare le spese mediche (30,1%; +5,6%). Sul fronte del risparmio solo circa un italiano su quattro afferma di riuscire a risparmiare (24,6%) e il 38,9% delle famiglie è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese. Nelle difficoltà economiche la famiglia d’origine funziona ancora da ammortizzatore sociale (36,8%). Cresce il ricorso alla rateizzazione dei pagamenti per affrontare l’acquisto di nuovi beni (45,8%), il 16,3% ha scelto piattaforme on line che offrono servizi finanziari senza interessi (ad es. Klarna, Scalapay, ecc.). Il bisogno di risparmiare ha invece spinto il 29,5% degli italiani a pagare in nero alcuni servizi come ripetizioni, riparazioni, baby sitter, medici, pulizie, ecc., il 28,6% ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 28% al/alla badante.

Il 17,4% dei cittadini intervistati ha avuto bisogno di ricorrere a prestiti bancari o a finanziarie negli ultimi 3 anni soprattutto per l’acquisto della casa (37,4%) e dell’auto/moto (36,3%). Solo il 22,8% pensa di poter risparmiare nei prossimi 12 mesi.

 

AUMENTANO I PREZZI (75%), GLI ITALIANI RIFERISCONO SOPRATTUTTO IL RINCARO DI BOLLETTE, GENERI ALIMENTARI E BENZINA (OLTRE IL 90% DELLE INDICAZIONI). SI TAGLIA SUI REGALI E SI APPROFITTA DI PIÙ DEI SALDI O DEI PUNTI VENDITA ECONOMICI PER LA SPESA. IN MOLTI (77,8%) LIMITANO LE USCITE FUORI CASA E SEMPRE PIÙ SPESSO VENGONO RIMANDATI GLI ACQUISTI IMPORTANTI COME UNA NUOVA AUTO (43,4%). PER FAR FRONTE AL CARO BOLLETTE, IL 65% UTILIZZA LAMPADINE A BASSO CONSUMO ENERGETICO, IL 62,9% UTILIZZA MENO IL RISCALDAMENTO, IL 55,1% METTE IN FUNZIONE LA LAVATRICE NEI FINE SETTIMANA O DI SERA.

 

La maggioranza degli italiani (75,1%), nel corso dell’ultimo anno, ha visto aumentare i prezzi in Italia. Gli aumenti più significativi si riscontrano per le bollette, i generi alimentari e la benzina (con oltre il 90% delle indicazioni). Nell’ultimo anno sono state ridotte le spese per i regali (69,6%); acquistati più prodotti in saldo (64,6%), vestiti in punti vendita più economici (61%), prodotti alimentari nei discount (56,2%); molti hanno cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente (64%).

Il 60,5% degli italiani rinuncia più spesso ai pasti fuori casa, mentre il 58,6% ha ridotto le spese per viaggi e vacanze e il 57,2% quelle per il tempo libero. Inoltre il 77,8% ha limitato le uscite fuori casa; circa il 70% ha preferito film in streaming, in dvd o su piattaforma al posto del cinema, mentre il 66,5% frequenta meno eventi culturali quali concerti, mostre e spettacoli teatrali.  Il 63,6% guarda le partite in Tv anziché andare allo stadio, e il 61% ha sostituito le uscite in pizzeria o al ristorante con le cene a casa con gli amici. Il 56,7% si porta il pranzo in ufficio o all’università da casa per ridurre le spese, mentre altri più spesso vanno a pranzo o a cena da genitori o parenti (45,5%). Per far quadrare i conti nell’ultimo anno più spesso si è rinunciato all’acquisto di una nuova auto (43,4%). Per far fronte al caro bollette, il 65% degli interpellati utilizza lampadine a basso consumo energetico, il 62,9% utilizza meno il riscaldamento casalingo, il 55,1% mette in funzione la lavatrice nei fine settimana o di sera. Più della metà degli italiani evita di tenere in standby gli elettrodomestici (54,4%) e di consumare il meno possibile l’acqua calda (51,9%). Ordinare la cena o altri pasti a domicilio è ormai un’abitudine diffusa (55,5%; +10,9 rispetto al 2022).

 

TROPPO LAVORO E POCO SPAZIO PER SE STESSI E PER LA FAMIGLIA. L’OMBRA DEL BURNOUT SI ALLUNGA SU TRE LAVORATORI SU 10 CHE RIFERISCONO DI PROVARE MALESSERE PSICOFISICO ASSOCIATO AL LAVORO. OLTRE UN QUARTO DEI LAVORATORI LAMENTA INSICUREZZA SUL LAVORO, SCARSITÀ DI DIRITTI E PRECARIETÀ. UN TERZO HA SVOLTO NELL’ULTIMO ANNO UN DOPPIO LAVORO E UNO SU CINQUE HA LAVORATO SENZA CONTRATTO. LA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO TRA UOMINI E DONNE NEL MONDO DEL LAVORO È UNA REALTÀ PER IL 26,8% DEGLI ITALIANI.

 

Carichi troppo pesanti di lavoro (44,3%) e mancanza di tempo per se stessi (39,2%) sono i disagi più diffusi tra i lavoratori. Seguono: rapporti conflittuali con i superiori (34,9%), difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (34,3%), negli spostamenti casa-lavoro (33,6%), assenza di stimoli professionali (31,2%); mentre circa il 30% lamenta rapporti conflittuali con i colleghi oppure malessere psicofisico associato al lavoro. Il 27,4% soffre l’insicurezza del posto di lavoro, il 26,2% ritiene che i propri diritti siano scarsamente tutelati e circa il 26% è preoccupato dalla precarietà del contratto; quasi un quarto (23,6%) sperimenta l’irregolarità nei pagamenti.

Nell’ultimo anno alcuni hanno svolto un doppio lavoro (32,9%), hanno lavorato senza contratto (20,1%), hanno svolto un lavoro meno qualificato rispetto alle proprie competenze (23,6%) o un lavoro notturno (15%). Ben il 35,6% ha lavorato da casa.

Tra chi ha abbandonato il lavoro e chi ha pensato di farlo, emerge che questo è avvenuto a causa delle mancate retribuzioni (24,4%), perché vittima di mobbing (26,7%), per mancanza di un contratto (21,2%), per aver subìto molestie sessuali (12,6%).

L’indagine dell’Eurispes si è concentrata poi su quelle categorie di lavoratori la cui inclusione non sempre risulta adeguatamente garantita: le donne, le persone con orientamento non eterosessuale, gli stranieri. Per quanto concerne le pari opportunità di genere, il 26,8% del campione ha riscontrato diversità di trattamento nel mondo del lavoro tra uomini e donne in termini di possibilità di carriera, il 24,3% in termini di rispetto personale, il 24% in termini di riconoscimento economico. Nel 15,4% dei casi si ha esperienza diretta o indiretta di discriminazione in relazione all’orientamento sessuale delle persone; nel 13,9% dei casi in relazione all’origine straniera.

 

SUL FRONTE DELLE RIFORME ACCORDO ALL’ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E ALL’AUTONOMIA DELLE REGIONI ANCHE SE I FAVOREVOLI SONO POCO PIÙ DELLA METÀ.

 

Il 51,9% degli italiani vuole l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e caldeggia l’autonomia delle Regioni (56,1%). Per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica si dicono favorevoli poco meno della metà degli italiani (48,3%). Il giudizio sulle grandi questioni aperte negli affari interni ed esteri del Paese fa emergere un diffuso scetticismo. In media, ad indicare un giudizio positivo sulle tematiche sottoposte è un terzo del campione.

 

IL QUADRO CHE SI DELINEA ATTRAVERSO I DATI RACCOLTI NELL’INDAGINE CAMPIONARIA REALIZZATA DALL’EURISPES È QUELLO DI UNA SITUAZIONE DI GENERALE CALO DELLA FIDUCIA ESPRESSA DAI CITTADINI NELLE ISTITUZIONI, SEBBENE VE NE SIANO ALCUNE CHE MANTENGONO UN LARGO CONSENSO COME IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, LE FORZE DELL’ORDINE E QUELLE ARMATE, L’INTELLIGENCE INSIEME AD ALTRE ISTITUZIONI COME LA SCUOLA, LA PROTEZIONE CIVILE, LA SANITÀ, L’UNIVERSITÀ, IL VOLONTARIATO E IN PARTE LA CHIESA.

 

Secondo i dati raccolti, il Presidente della Repubblica raccoglie la fiducia espressa dalla maggior parte dei cittadini (52,2%). L’attuale Governo raccoglie un terzo (34,3%) dei fiduciosi. La Magistratura è al 41% dei consensi, il Parlamento al 30%, i Presidenti di Regione al 34,8%. Si dicono fiduciosi nella Guardia di Finanza il 55% circa dei cittadini, il 52,8% ha fiducia nella Polizia di Stato, il 52,7% nell’Arma dei Carabinieri. Oltre sei cittadini su 10 accordano la propria fiducia al nostro Esercito (64,3%), all’Aeronautica Militare (64%) e alla Marina Militare (67,5%). Sempre nell’àmbito della Difesa, la Guardia Costiera raccoglie il 65,1% dei consensi. I Vigili del Fuoco arrivano al 77,8% dei consensi. La Polizia penitenziaria è al 53,4% e la Polizia locale al 53,2%. Per quanto riguarda i nostri servizi di Intelligence la fiducia si attesta al 55,5%. Tra le altre realtà istituzionali considerate si registrano i seguenti risultati: Scuola, 62,4%; Protezione civile, 69,9%; Sistema sanitario nazionale, 55,8%; Università, 64,9%; Volontariato, 60,6%; Chiesa 50,4%. Su dati inferiori si posizionano: Sindacati, 43,1%; altre Confessioni religiose, 38%; Associazioni dei consumatori, 46%; Pubblica amministrazione, 39,6%; Associazioni che rappresentano gli imprenditori, 39%; Partiti, 32,5%.

 

La sintesi del Rapporto è disponibile al link https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2023/05/sintesi-rapporto-italia-2023.pdf

 

Il Rapporto in versione integrale è fruibile, previa iscrizione al sito, al link https://eurispes.eu/ricerca-rapporto/rapporto-italia-2023/

 

 

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