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Rapporti a termine, obblighi informativi
e incentivi alle assunzioni

Le differenti visioni delle parti sociali rispetto a tre snodi problematici del decreto lavoro

 

di Marco Biagiotti

 

Mentre in Parlamento prosegue l’esame di merito sugli oltre 40 articoli che compongono il testo originario del c.d. “decreto lavoro” [1] , ça va sans dire destinato a dilatarsi in corso d’opera, il dibattito pubblico registra le prese di posizione dei vari  soggetti istituzionali e delle categorie produttive sui singoli aspetti di un provvedimento che, nell’insieme, appare caratterizzato da una spiccata eterogeneità di contenuti. L’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza non sembra in questo caso rispondere tanto alla necessità di applicare soluzioni mirate a problemi specifici, quanto a rendere immediatamente operativo un pacchetto di misure – non tutte strettamente correlate – che puntano a consolidare la ripresa della domanda interna attraverso il sostegno al potere d’acquisto dei redditi medio-bassi e alla ripresa occupazionale.

Intorno a questo decreto e agli aspetti di natura lavoristica che lo caratterizzano ferve un intenso confronto politico e culturale rispecchia la frammentazione delle posizioni delle parti sociali a vario titolo interessate. Nelle brevi considerazioni che seguono proveremo a evidenziare questo fenomeno in riferimento ad alcuni passaggi significativi del provvedimento in discussione e precisamente: il nuovo regime delle causali nei rapporti a termine, la semplificazione degli obblighi di trasparenza in materia di informazioni sui rapporti di lavoro; gli incentivi alle assunzioni dei giovani che non
lavorano e non studiano (c.d. NEET). Senza alcuna pretesa di esprimere o, tanto meno, indurre nei lettori valutazioni definitive al riguardo, cercheremo di proporre una lettura dei fattori cruciali che hanno alimentato il confronto fra
le parti sociali nella prima fase di analisi e di approfondimento del decreto, ben sapendo che la fase di elaborazione parlamentare non è ancora conclusa e che gli aspetti qui evidenziati (o alcuni di essi) potrebbero essere oggetto di
modifica in corso d’opera.

 

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