Nella giornata di oggi l’Aran ha presentato due ipotesi di modifica degli attuali percorsi di carriera dei professionisti:
- Con la prima si supererebbero gli attuali contingenti per il conferimento dei livelli differenziati di professionalità, trasformandoli in un fondo, in modo da consentire il pieno utilizzo delle risorse disponibili per il passaggio fra livelli differenziati, in ciascun anno, al netto delle risorse già utilizzate per il finanziamento dei livelli attribuiti;
- Con la seconda si modificherebbe la struttura retributiva dei professionisti, prevedendo accanto ad uno stipendio tabellare, la tredicesima mensilità, la RIA, la retribuzione di posizione, la retribuzione di risultato e gli onorari e altri compensi professionali disciplinati dalle norme vigenti.
Entrambe le proposte provano ad affrontare le criticità attuali derivanti dal contingentamento dei livelli differenziati di professionalità che ostacola i percorsi di carriera dei professionisti.
La prima proposta non modifica i due livelli differenziati di professionalità esistenti ma può agevolare l’attribuzione dei livelli differenziati in relazione alla dotazione organica e alle risorse disponibili. Tuttavia resta per noi necessario comprendere come attualmente sono ripartite fra i due contingenti le risorse disponibili.
La seconda ipotesi avvicina la struttura retributiva dei professionisti a quella dei dirigenti, supera i livelli differenziati di professionalità attuali, prevedendo uno stipendio unico (attestato sugli importi dell’attuale primo livello differenziato di professionalità con un ad personam per coloro che attualmente sono collocati al secondo livello differenziati di professionalità) a cui si aggiunge una retribuzione di posizione graduata in base all’incarico ricoperto (correlato alla responsabilità amministrativa connessa al ruolo professionale ed agli affari trattati) e maggiorata in caso di incarico di coordinamento. A ciò si aggiungono la retribuzione di risultato in una misura percentuale da definire.
Tutte le indennità professionali attuali vengono assorbite nella retribuzione di posizione, che va da un minimo ad un massimo. Il minimo è pari al valore dell’attuale indennità professionale fissa, il massimo è pari a 25.000 euro lordi (la maggiorazione della retribuzione di posizione dovuta all’incarico di coordinamento può eventualmente derogare questo valore massimo).
Viene mantenuta ad personam anche la differenza fra le indennità professionali rispetto ad un nuovo valore dell’indennità professionale unico per tutti.
Su nostra esplicita richiesta circa gli effetti della retribuzione di posizione ai fini del calcolo del TFS, Aran ha confermato la propria indisponibilità a regolare col contratto gli effetti sull’indennità di buonuscita della retribuzione di posizione dei professionisti. Abbiamo, invece, chiesto di stimare il costo necessario per rendere la retribuzione di posizione utile ai fini del TFR.
Gli assegni ad personam non sono assorbibili dai futuri incrementi contrattuali ma non potranno essere in futuro rivalutati come lo stipendio. In caso di cessazione si recuperano nel fondo gli ad personam.
L’Aran ha aggiornato la prossima riunione al 22 maggio alle ore 15.00.
Roma, 2 maggio 2023
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