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Presentato dal Governo lo schema di decreto con le tabelle di equiparazione per la mobilità. Così non va!

Uno scorcio di Palazzo Vidoni, sede del Ministero della P.A.

Oggi il Governo ha presentato alle Organizzazioni Sindacali lo schema di D.P.C.M. che individua le tabelle di equiparazione da utilizzare nei processi di mobilità dei lavoratori del pubblico impiego. Il Cons. Polverari, Capo Gabinetto del Ministro della Funzione Pubblica, in qualità di capo della delegazione di parte pubblica, ha rappresentato che è stata concessa alle OO.SS la facoltà di proporre le proprie osservazioni, da far pervenire entro e non oltre il giorno 9 aprile p.v.

La dott.ssa Barilà, Direttore dell’Ufficio organizzazione, reclutamento, condizioni di lavoro e contenzioso nelle P.A., ha spiegato come questo lavoro non esaurisca tutti i criteri da applicare ai processi di mobilità e che, anzi, le norme preesistenti continueranno a valere sottolineando, in particolare, che nelle ipotesi di trasferimento da una amministrazione all’altra dovrà tenersi conto del curriculum del dipendente e del titolo di studio posseduto, per il quale è richiesta la coerenza con il livello e l’area del nuovo inquadramento.

Antonio Foccillo, in rappresentanza della Uil, ha evidenziato come sia inaccettabile il fatto che le tabelle di equiparazione non costituiscano il frutto di negoziazione e che, in ogni caso, ci si riserva di esaminare il testo prima di esprimere delle compiute valutazioni.

Da parte nostra, si osserva, in via preliminare, che il decreto, così come attualmente formulato, non offre le necessarie certezze, considerato anche che esso, di fatto, rinvia ad ogni singola amministrazione la risoluzione delle inerenti problematiche. In concreto, nei procedimenti di mobilità, non appare affatto tutelata la progressione in carriera conseguita dai lavoratori in ragione della professionalità posseduta, requisito ritenuto finora equivalente al possesso del titolo di studio nei percorsi di riqualificazione professionale e di progressione verticale. Peraltro, ulteriori criticità si rilevano anche con riferimento alla salvaguardia del salario accessorio, che appare alquanto aleatoria, essendo correlata al problema della “relativa copertura finanziaria”.

Per tali motivi, riteniamo che ancora una volta il governo abbia deliberatamente scelto di non condividere con le Organizzazioni Sindacali un processo, come quello della mobilità, destinato ad incidere in modo diretto sulla vita e sulla professionalità dei lavoratori.

Sotto le mentite spoglie di un offerta garantistica nel confronti dei dipendenti pubblici, il Governo intende attuare dei processi di mobilità privi di qualsiasi elemento di certezza per il destino dei tantissimi lavoratori che attendono di essere ricollocati e per i quali, con l’impostazione proposta dal Governo, potrebbero prefigurasi degli scenari drammatici.

Vi terremo informati sulle nostre iniziative al riguardo.

In allegato il Comunicato stampa unitario e la bozza di decreto P.C.M.

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