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Pensioni. Con l’inflazione non si arriva a fine mese

Nel 2022 FederAnziani avvertiva del rischio di povertà assoluta per una gran parte dei pensionati italiani a causa della crisi economica, dell’inflazione a due cifre e dell’aumento dei prezzi. Secondo i dati elaborati dal Cses (Centro studi di economia sanitaria di Senior Italia FederAnziani) un anziano (over 65) in Italia percepisce in media 13.753 euro all’anno, pari a 1.146 euro mensili, mentre ne spende 1.215, ossia più di quanto percepisce di pensione.

 

A un anno di distanza il XXIII Rapporto INPS conferma lo studio del Cses. In Italia ci sono circa 16 milioni di pensionati, per una spesa di poco più di 320 miliardi di euro. In cinque anni per le famiglie più povere l’inflazione è arrivata al 15% e la popolazione anziana è la più esposta alle dinamiche di crescita dei prezzi.

 

Dei 16 milioni di pensionati, il 52% sono donne che percepiscono in media un importo del 36% inferiore a quello ottenuto dagli uomini. Il 96% circa percepisce almeno una prestazione dall’Inps e oltre la metà della spesa è destinata a prestazioni di anzianità/anticipate, seguite dalle pensioni di vecchiaia e dalle pensioni al superstite.

 

Essendo le donne più della metà del totale dei pensionati, risulta evidente come tutta la categoria sia in difficoltà se solo il 16% ha beneficiato di “Opzione donna” e per un assegno di quasi il 40% più basso della media, a causa del ricalcolo contributivo, dei minori anni di contribuzione e dei minori redditi di queste lavoratrici.

 

Secondo l’Inps, l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno “sostanzialmente comune” a tutti i Paesi europei che porta “criticità importanti” e da cui “emerge la necessità di rafforzare prassi e politiche che puntino al consolidamento del mercato del lavoro e alla riduzione, per quanto possibile, delle discontinuità occupazionali”.

 

Queste parole sono giunte al Governo che ora inizia a preoccuparsi. Si è iniziato a discutere di un adeguamento all’inflazione per una somma di circa 13 miliardi di euro, quasi la metà dell’intera legge di Bilancio. Non si può scendere sotto la cifra indicata, perché causerebbe la protesta di milioni di pensionati, già colpiti dai tagli degli aumenti previsti dalla manovra per quest’anno.

 

 

Redazionale

 

Roma, 6 ottobre 2023

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