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P.A. Roma e Lazio: «Il complesso delle relazioni sindacali è faticoso e poco flessibile». Intervista a Maurizio Narcisi

Maurizio Narcisi, Segretario generale territoriale UILPA Roma e Lazio

Qual è il problema più rilevante del lavoro pubblico nella sua regione?

 

Gli uffici sottorganico. La situazione è veramente drammatica. Consideri che nella nostra regione le Funzioni Centrali hanno perso in vent’anni circa 40mila unità di personale. L’emorragia di dipendenti pubblici è stata di una tale portata che non può essere risolta con le prossime assunzioni grazie all’espletamento dei recenti concorsi. E per di più nei prossimi anni è previsto un massiccio esodo di personale per raggiunti limiti di età. Perciò se non si interviene in maniera straordinaria le Funzioni Centrali resteranno sottorganico anche in futuro.

 

Nel Lazio si registra il fenomeno della rinuncia al posto da parte di vincitori di concorsi pubblici?

 

Sì, perché chi vince un concorso nazionale e deve trasferirsi in un’altra regione ha difficoltà sia a sostenere il costo della vita sia sopportare la lontananza dagli affetti e dunque rinuncia. Io penso che da parte dei giovani occorrerebbe più spirito di sacrifico, perché un posto di lavoro nel pubblico impiego rappresenta un’occasione importante, formativa e poi con la mobilità c’è la possibilità dopo qualche anno di avvicinarsi al luogo di residenza. Ma la situazione è un’altra e ne prendo atto per quanto non condivida questo tipo di scelte. Chiaramente il fenomeno della rinuncia al posto è un problema maggiormente sentito dalle Funzioni Centrali rispetto agli Enti Locali. Ed è un problema molto grave se si tiene conto che dobbiamo realizzare i piani per il PNRR e gli uffici pubblici dovrebbero essere al massimo dell’efficienza.

 

Anche nel suo territorio la P.A. ha difficoltà a mettere a punto i progetti del PNRR?

 

Certo. Intanto molto personale qualificato è andato in pensione e non lo si può rimpiazzare con un vincitore di concorso fresco di nomina. Il percorso professionale di un funzionario è lungo e complicato prima di arrivare a svolgere il lavoro in maniera pienamente efficace. Insomma occorre fare esperienza sul campo, mentre i progetti per il PNRR hanno tempi ristretti.  Sotto questo profilo abbiamo grossi problemi soprattutto nel parastato dove elevatissime figure professionali sono uscite, non tutte sono state rimpiazzate e talvolta non si riesce a svolgere l’ordinaria amministrazione, figuriamoci a stendere i progetti del PNRR. Questa è la radice vera delle situazioni di inefficienza che ogni tanto vediamo denunciate sui giornali. Ma se gli uffici sono svuotati come si fa a essere efficienti?

 

Negli enti della sua regione, dove si applica il CCNL funzioni centrali, il sistema delle relazioni sindacali funziona in maniera soddisfacente?

 

Ha toccato una nota dolente. Rispetto al passato le amministrazioni faticano a confrontarsi col sindacato, ad acquisire suggerimenti e a volte portano al tavolo della trattativa proposte blindate, impossibili da smontare. Per di più le amministrazioni hanno una catena di comando complicatissima, specie nelle Funzioni Centrali. Non basta: nella contrattazione decentrata spesso noi sindacalisti discutiamo con figure che non hanno alcun potere decisionale. Finito l’incontro rinviano sistematicamente a una riunione successiva perché rappresentano un dirigente che sta sopra di loro e che magari deve poi riferire a un altro che sta sopra di lui. Lei capisce bene che contrattare così è frustrante, complicato e riduce i margini di manovra del sindacato. Insomma, per rispondere alla sua domanda posso dirle che nel complesso il sistema delle relazioni sindacali è molto faticoso e poco flessibile.

 

Allora cosa si dovrebbe fare per aumentare la forza contrattuale del sindacato?

 

Guardi, è molto semplice: occorre avere davanti interlocutori intelligenti, aperti e soprattutto in grado di decidere. Negli enti locali e nella sanità tratti con dirigenti che possono fare delle scelte e con cui ti confronti in vista del raggiungimento di un accordo. Nelle Funzioni Centrali no. E questo è un vero e proprio vulnus. Come superarlo? Facendo partecipare alla contrattazione i decisori e non gli intermediari. In tal modo si possono raggiungere accordi in maniera chiara, rapida ed efficace. Mi rendo conto che questo è un percorso da costruire ma non vedo altra strada.

 

Roma, 3 luglio 2023

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione

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