Banner

P.A. Lombardia. «L’automazione non potrà mai sostituire del tutto il lavoro umano». Intervista a Carmine Villani

Carmine Villani, Segretario Regionale UILPA Lombardia

Nelle Funzioni Centrali la carenza di personale non sembra sia risolvibile con le assunzioni previste da qui al 2026. Cosa può fare il sindacato per risolvere questo problema?

 

Intanto facciamo il quadro della situazione: in Lombardia il 40% dei vincitori di concorsi nazionali rinunciano al posto a causa del carovita e degli affitti elevati. Dinanzi a una percentuale così alta il sindacato può chiedere che vengano indetti altri concorsi e può sviluppare iniziative mirate sui territori aprendo tavoli di trattative con le amministrazioni. Per esempio, noi come Uilpa abbiamo avviato un’interlocuzione con l’assessore alle politiche per la casa del Comune di Milano per dare la possibilità ai dipendenti pubblici di affittare abitazioni a prezzi calmierati.

 

In quali condizioni logistico-strutturali versano gli uffici delle amministrazioni centrali nella sua regione?

 

In molti luoghi di lavoro registriamo gravi problemi strutturali. Primo fra tutti quello della sicurezza, a cui molti dirigenti sono insensibili. Il Testo Unico sulla sicurezza viene visto con sufficienza. Invece è un fattore fondamentale dal punto di vista della governance, dei lavoratori, degli uffici stessi e degli utenti. In particolar modo la Uilpa, da anni impegnata nella campagna “Zero morti sul lavoro”, è sconcertata da come magistrati, prefetti e presidenti di tribunali che dovrebbero essere i primi a aderire alle norme, tra cui, appunto, quelle sulla sicurezza, sono spesso i primi a trascurare le pessime condizioni delle strutture e tutti i disservizi che ne conseguono. Disservizi che inevitabilmente influiscono sulla qualità e l’efficienza del lavoro.

 

Qual è lo stato delle infrastrutture tecnologiche degli uffici della P.A. centrale presenti nella sua regione?

 

Per quanto riguarda la digitalizzazione, la maggior parte degli uffici lombardi è decisamente informatizzata. Tutti i lavoratori pubblici possiedono smartphone e pc che sono indispensabili per le loro attività quotidiane. Per quanto riguarda lo svolgimento di pratiche e servizi online finalizzati a facilitare e abbreviare le procedure degli utenti, si è raggiunto un livello che possiamo considerare al passo con i tempi. Tuttavia, in enti pubblici come la Giustizia la situazione non è altrettanto sviluppata. Penso ai tribunali, alle corti d’appello, alla direzione amministrativa delle carceri, centri nevralgici della legge e della sua applicazione, dove però strutturalmente si riscontra una profonda penuria informatica e digitale.

 

Teme che sul breve-medio termine nelle amministrazioni pubbliche il lavoro umano possa essere sostituito dalle macchine e dall’intelligenza artificiale?

 

Credo di no. Sicuramente l’informatica e l’automazione di alcuni processi potranno aiutare e sostenere il lavoro umano, ma non sostituirlo. L’esecuzione delle attività di sportello, i procedimenti complessi, dove c’è un contatto umano, non potranno mai essere rimpiazzati da macchine. Certo, alcuni processi sono stati già totalmente automatizzati o vengono gestiti da assistenti cibernetici, ma queste innovazioni servono soltanto a concedere maggiore autonomia nella consulenza all’utenza affinché ci sia una crescita professionale del dipendente. Il quale, anziché limitarsi all’esecuzione di compiti banali e ripetitivi, può concentrarsi su altre mansioni più qualificate e performative. Noi come sindacalisti guardiamo con interesse alle trasformazioni tecnologiche purché i riflessi sull’organizzazione del lavoro siano contrattati con i lavoratori.

 

Negli enti della sua regione dove si applica il CCNL Funzioni Centrali il sistema delle relazioni sindacali funziona in maniera soddisfacente?

 

In generale troviamo dirigenze illuminate che hanno capito l’importanza delle relazioni sindacali per migliorare il funzionamento degli uffici. Ci sono casi, invece, in cui si arriva spesso al muro contro muro, oppure all’indifferenza. Tuttavia, i sindacati devono fare in modo che le dirigenze più restie si aprano al confronto sindacale. Non possiamo rassegnarci al fatto che negli anni il rapporto tra amministrazioni e sindacato si è molto sbilanciato a favore delle prime. Noi dobbiamo essere propositivi e coinvolgere i dirigenti nella contrattazione, nell’informazione e nella ricerca di soluzioni condivise quando si parla di problemi e prospettive del lavoro. Il nostro scopo è sederci al tavolo delle trattative e trovare accordi per il bene dei lavoratori e per il miglioramento dei servizi.

 

Una serie di provvedimenti normativi esclude il sindacato dal trattare materie decisive come l’organizzazione del personale. Su questo tema cosa pensa che si dovrebbe fare?

 

Spero che nei prossimi contratti collettivi riusciremo a recuperare le materie che ci sono state sottratte. Nel frattempo, in sede di contrattazione decentrata, dobbiamo sfruttare tutte le opportunità che ci sono concesse con l’ultimo CCNL. Dobbiamo avere la capacità di contrattare materie collaterali che riguardano ad esempio i carichi di lavoro o la sicurezza e che permettono di  recuperare spazi di confronto su aspetti importanti dell’organizzazione del lavoro.

 

Roma, 25 agosto 2023

 

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione

Sito realizzato
dall’
Ufficio comunicazione UILPA

Contatore siti