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P.A. Campania: «Mai arrivati i fondi del PNRR». Intervista a Pierluigi Di Benedetto

Pierluigi Di Benedetto, Segretario generale territoriale UILPA Napoli

Qual è il problema più rilevante del lavoro pubblico nella sua regione?

 

Al netto di macro-problemi comuni a tutta la Pubblica Amministrazione come ad esempio la cronica mancanza di personale, che da noi si aggira intorno al 25-30%, vorrei segnalare una difficoltà particolare riguardante i rapporti con l’utenza. La quale è composta in larga misura da cittadini che chiedono agli uffici pubblici prestazioni assistenziali. Il più delle volte si tratta di persone che vivono in situazioni di forte disagio economico e ogni intoppo, ogni ritardo, ogni diritto che viene negato o ridimensionato in forza di nuove disposizioni di legge – basti pensare al reddito di cittadinanza – diventa una partita per la vita con conseguenti tensioni davanti agli sportelli.

 

Qual è la condizione delle strutture della Pubblica Amministrazione?

 

Nient’affatto buona. In molti casi le strutture sono vetuste e la manutenzione è scarsa. Addirittura ci sono parecchi uffici privi dell’agibilità antincendio. Per farle un esempio, in alcuni siti dei beni culturali ci siamo fatti portavoce di una battaglia per la sicurezza perché c’era un’altissima presenza di gas Radon a causa delle costruzioni in mattoni di tufo. Un’altra criticità è dovuta a un forte digital divide. Gran parte delle aree interne della Campania non sono raggiunte dalla fibra ottica perciò è difficile praticare lo smart working così come una videoconferenza sia per motivi d’ufficio che per motivi sindacali.

 

Quali sono le amministrazioni della sua regione che presentano maggiori criticità dal punto di vista organizzativo?

 

Intanto bisogna dire che non c’è ufficio che non presenti criticità. Detto questo, se proprio vogliamo trovare un primato negativo credo che la Giustizia presenti difficoltà davvero pesanti. Questo perché siamo un territorio che, notoriamente, vede la presenza della criminalità organizzata. Perciò abbiamo tanti processi da celebrare, specie quelli penali, gli uffici sono sottorganico e i carichi di lavoro risultano eccezionali.

 

Le nuove assunzioni permettono di coprire i vuoti di organico?

 

La risposta è no perché già all’atto dell’indizione dei concorsi i posti previsti non sono sufficienti a coprire le carenze maturate nel corso degli anni. L’Inps, per esempio, aveva perso 7.500 dipendenti e recentemente è stato bandito un concorso per 4mila assunzioni.  Il problema è duplice, da un lato il numero di posti messi a concorso non sono sufficienti a soddisfare le necessità di organico; dall’altro siamo dinanzi a una grande quantità di vincitori di più concorsi che poi scelgono di andare a lavorare nell’amministrazione che più gli conviene. O addirittura lasciano l’ufficio pubblico in cui sono appena entrati per andare in un altro.

 

Gli uffici della P.A. del suo territorio hanno difficoltà a mettere a punto i progetti del PNRR?

 

Sì, non solo per la mancanza delle professionalità delle professionalità causato dallo svuotamento di personale che le Funzioni Centrali hanno subito negli anni sia perché di fatto i fondi necessari a finanziare questi progetti non sono mai arrivati. I progetti elaborati c’erano ma non si è potuto avviarli per mancanza di risorse economiche.

 

Negli enti della sua regione dove si applica il CCNL Funzioni Centrali il sistema delle relazioni sindacali funziona in maniera soddisfacente?

 

Mediamente sì. Purtroppo, con l’ultimo CCNL e con l’articolo 44 della Riforma Brunetta, ai sindacati è stata sottratta sia la contrattazione sulla sicurezza sia quella sull’organizzazione del lavoro, entrambe fondamentali per l’azione sindacale. Laddove insorgono contenzioni che non si riesce a risolvere ricorriamo al Prefetto, di solito unitariamente con CGIL e CISL.

 

Cosa si dovrebbe fare per aumentare la forza contrattuale del sindacato?

 

Semplicemente restituirgli la possibilità di contrattare l’organizzazione del lavoro e, nell’eventualità non si riesca a trovare una soluzione territoriale, permettere di avocare i tavoli a livello nazionale così come si faceva un tempo. Questo non significa tornare indietro, ma restituire al sindacato strumenti che gli sono propri.

 

Roma, 30 giugno 2023

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione

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