Il nuovo ordinamento professionale prevede di rimettere in moto le carriere attraverso le progressioni all’interno e fra le aree. Resta però l’ostacolo della carenza di risorse economiche per la contrattazione decentrata. Qual è la situazione nella sua amministrazione?
La situazione è grave per due motivi principali. Primo, l’insufficienza delle risorse stanziate dall’ultimo CCNL, che disattende le promesse governative di dare nuova linfa a progressioni economiche bloccate da decenni. Su questo punto la UILPA ha definito un’intesa con l’Amministrazione che consenta di far partire le prime progressioni, in particolare circa mille unità passeranno dalla seconda alla terza area. Il secondo motivo riguarda il tetto al salario accessorio stabilito con l’articolo 23 della legge 75 del 2017. Si tratta di un provvedimento che provoca una perdita di 4mila euro pro-capite ai dipendenti dell’Agenzia. Dopo una serie di proteste si è recentemente aperto il confronto col Governo e naturalmente ci adopereremo affinché la trattativa abbia un buon esito.
Piano dei fabbisogni, organizzazione degli uffici, lavoro a distanza, formazione: nel suo ente quanto è forte il coinvolgimento del sindacato rispetto alle scelte di programmazione strategica che ricadono sul personale?
Il coinvolgimento c’è ma ci sono dei problemi. Mi riferisco in particolare al lavoro agile poiché malgrado un’amministrazione con oltre il 90% delle attività smartabili, un sistema informatico sicuro e un’elevata professionalità dei dipendenti, troviamo una forte opposizione dai vertici dell’Agenzia che intendono regolamentare il lavoro agile unilateralmente. Sulle altre tematiche il rapporto tra sindacato e amministrazione è puramente informativo. Il che è uno svantaggio per l’amministrazione perché il confronto col sindacato – proprio per la sua conoscenza diretta dei problemi – aiuta a migliorare il piano di formazione, quello dei fabbisogni e l’organizzazione degli uffici.
L’art. 55 dell’ultimo CCNL ha previsto che le risorse dei sussidi assistenziali siano utilizzate per finanziare varie forme di welfare, tra cui la stipula di polizze per l’assistenza sanitaria integrativa. Da voi come sta procedendo l’attuazione di questa clausola?
Non procede perché c’è un disinteresse dei vertici dell’Agenzia. Tale disinteresse è dovuto anche al taglio delle risorse da parte del Governo determinando l’insufficienza di progettualità rispetto al welfare contrattuale e non solo. Tengo a precisare che stiamo parlando di risorse che derivano da obbiettivi assegnati ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate che lavorano in condizione di sottorganico. Da qui il MEF eroga i fondi che poi in gran parte devono essere restituiti in bilancio. Quindi, in teoria, i fondi per la contrattazione ci sono ma l’articolo 23, di cui parlavamo all’inizio, li taglia considerevolmente.
Che cosa si aspettano dal sindacato – e dalla UILPA in particolare – i giovani che sono da poco entrati a lavorare nella sua amministrazione?
La richiesta principale delle nuove leve è quella di essere guidati in un mondo che è molto più complesso di quello che si aspettavano. Perciò ci consultano sull’aspetto retributivo, su come funzionano le progressioni economiche e i passaggi tra le aree. Trattandosi di giovani con notevoli competenze sono giustamente ambiziosi e desiderano capire come crescere professionalmente. Oltre a fare da sportello informativo la Uilpa interviene dove il Contratto collettivo lo permette e, per esempio, sulla crescita professionale è impegnata affinché l’Agenzia condivida col sindacato un percorso effettivo di sviluppo di carriera sia per i giovani che per i meno giovani.
Roma, 11 dicembre 2023
A cura dell’Ufficio Comunicazione UIL Pubblica Amministrazione