Con circolare protocollo n. 0002723 dello scorso 11 maggio, il Ministero dell’Interno ha disposto che tutte le pratiche relative all’emersione 2020 ancora in attesa dei pareri della questura e dell’Ispettorato del lavoro territorialmente competenti, potranno “avanzare alla fase di convocazione da parte degli Sportelli Unici”. La positiva – sia pur tardiva – decisione è stata presa, si legge nella circolare: “tenuto conto del numero di pratiche ancora pendenti e nella prospettiva di evitare un impatto dirompente sotto il profilo del contenzioso, supportati dall’Avvocatura Generale dello Stato, cui è stato sottoposto apposito quesito…. si ritiene che tutte le pratiche relative all’emersione 2020, allo stato, in attesa dei citati pareri, possano avanzare alla fase di convocazione da parte degli sportelli unici”.
A distanza, dunque, di tre anni dalla promulgazione della legge n. 77/2020 che si proponeva l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari, il Viminale ha deciso di accelerare la chiusura di una procedura che vedeva ancora molte migliaia di pratiche senza definizione, in particolare nelle città di Milano, Roma e Napoli.
Si tratta di una decisione, continua la circolare, “in linea con il più recente orientamento del legislatore che all’art. 42 della legge n. 122/2022 ha previsto che il rilascio del nulla osta al lavoro nell’ambito dei decreti flussi avvenga senza che sia più necessario il parere dell’Ispettorato (sostituito dall’asseverazione ad opera di professionisti) e, decorsi 30 giorni, anche in assenza del parere della questura”. Va da sé, precisa il Ministero, che qualora medio tempore, una volta stipulato il contratto di lavoro, dovesse pervenire il parere negativo della questura ovvero dell’ITL, lo Sportello Unico potrà comunque agire in via di autotutela revocando il provvedimento, previa attenta valutazione e comparazione degli interessi pubblici e privati in ragione delle posizioni nelle more consolidatesi in capo ai singoli beneficiari e dunque del loro legittimo affidamento. A partire dal 15 maggio verranno, quindi, avviati gli interventi sul sistema informatico per consentire l’automatico avanzamento delle pratiche e la convocazione a cura dello Sportello Unico delle domande ancora pendenti.
La UIL saluta positivamente l’opportuna, anche se tardiva, decisione del Viminale che speriamo metta fine alle lunghissime attese di quei lavoratori stranieri irregolari che attendono da tre anni di poter emergere dall’invisibilità e vedere riconosciuti i propri diritti civili e contrattuali.