Il Centro Studi Sociali ed Economici del Veneto si dedicherà alla ricerca, alla rilevazione, al monitoraggio e alla valutazione di dati quali-quantitativi riguardanti tematiche socio-economiche. Parliamo di questa iniziativa con Massimo Zanetti, Presidente del Centro Studi e Segretario regionale UILPA Veneto.
Presidente, da cosa nasce questa iniziativa?
Dalla necessità di avere dei dati, per inquadrare temi socioeconomici complessi e peraltro in rapida evoluzione. Intendo dati che ci permettano di analizzare la realtà del Veneto, individuare i principali problemi e, tramite una serie di interlocutori, cercare di risolverli.
Chi sono questi gli interlocutori?
In primis il sindacato, che considero il nostro referente privilegiato. Poi, il sistema delle imprese, le organizzazioni datoriali, le istituzioni, la Regione, il mondo delle associazioni ed eventualmente altri soggetti con cui stabilire dei contatti in base al tipo di ricerca che faremo.” Poi cercheremo di portare i nostri risultati e le nostre conclusioni all’attenzione dell’opinione pubblica.
Non c’è il rischio che si producano altri dossier che poi rimangono nei cassetti?
È proprio questo effetto che vogliamo evitare. I nostri studi hanno lo scopo di incidere sulla realtà. Devono cioè diventare anche strumenti a sostegno delle battaglie sindacali come, per esempio, quella che la UIL ha battezzato “Zero morti sul lavoro”.
Oltre all’attività di ricerca il Centro studi si occuperà d’altro?
Sì. Un altro obiettivo è creare percorsi formativi finalizzati al reinserimento nel mercato del lavoro di chi è rimasto disoccupato. Inoltre, ci piacerebbe valorizzare la cultura. Pensiamo che l’ambito culturale sia l’ossatura essenziale per una lettura profonda dei mutamenti che avvengono continuamente nel nostro territorio.
Quali sono i primi studi su cui si impegnerà il Centro?
Sono due. Uno riguarda la sicurezza perché in Veneto il numero di morti sul lavoro è tra i più alti d’Italia. Cercheremo quindi di capire se c’è una correlazione tra i morti sul lavoro e, ad esempio, variabili come la quantità di ore lavorative, il numero sufficiente o meno di lavoratori e così via. L’obiettivo è contribuire a ridurre il numero degli incidenti. Il secondo progetto riguarda il futuro occupazionale in Veneto. Ossia, quali saranno le professioni più ricercate nella regione che è la seconda locomotiva per PIL in Italia.
Può spiegare meglio questo secondo progetto?
Certo. Cercheremo di rispondere a queste domande: che tipo di professionalità serviranno alle aziende venete da qui a dieci anni? Quali saranno i percorsi di studio privilegiati? Quali approcci serviranno per affrontare le sfide del terzo millennio in una competizione globale? L’obiettivo è aiutare i giovani a stare al passo con le trasformazioni che stanno investendo il sistema produttivo del Veneto.
A cura dell’Ufficio comunicazione UILPA Comunicazione
Roma, 29 febbraio 2024