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Nasce il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso

In Italia il lavoro sommerso riguarda quasi 3 milioni di persone, pari a un tasso di irregolarità del 12% sulla forza-lavoro complessiva. Un fenomeno che il Piano Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso si propone di affrontare nel prossimo triennio in ottemperanza alle misure previste dal PNRR.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pertanto firmato due decreti, n. 57 e 58 del 6 aprile scorso.

Con il primo, istituisce il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso; il secondo avrà invece la funzione di vigilare sull’attuazione del piano di intervento

Il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso sarà formato da rappresentanti del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Interno, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’INL, dell’INPS, dell’INAIL, dell’ANPAL, della Banca d’Italia, dell’ISTAT, dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e della Conferenza delle Regioni, con il supporto tecnico dell’INAPP, oltre che esperti nominati dal Ministro e 10 rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative a livello nazionale.

Caratterizzato da un approccio multi-agenzia, il nuovo Comitato coordinerà e monitorerà le attività previste dal Piano Nazionale: costituendo un gruppo di lavoro per favorire l’interoperabilità tra i sistemi informativi; formando una task force di neo-ispettori ben addestrati che si occupino della pianificazione della vigilanza; avviando una piattaforma Inps per interventi di conformità sviluppando un Indicatore Sintetico dell’Affidabilità Contributiva (ISAC); facendo una formazione specifica presso i Centri per l’Impiego; e infine sia promuovendo una campagna informativa sia proponendo normative riguardanti le sanzioni amministrative di appalti illeciti e disparità di trattamento tra i dipendenti.