Ieri è stata una giornata drammatica: ben sei incidenti mortali sul lavoro. È chiaro che, come sostiene Pierpaolo Bombardieri, siamo dinanzi a una vera e propria emergenza nazionale. Sempre ieri c’è stato un incontro tra sindacati e governo per affrontare questo dramma. Si è stabilito di istituire una cabina di regia, creare una banca dati unica sulle morti bianche, l’assunzione immediata di 2.500 ispettori del lavoro, il blocco delle attività per le aziende sanzionate fino a che non si mettono a norma. Per noi gli impegni assunti ieri dal governo durante l’incontro con i sindacati sul problema della sicurezza nei luoghi di lavoro hanno il significato di una svolta definitiva. Da qui in poi finiscono le dichiarazioni e iniziano gli interventi concreti.
D’altra parte, gli incidenti su lavoro sono un fenomeno in ascesa: le denunce di infortunio presentate all’Inail tra gennaio e luglio sono state 312.762 (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), 677 delle quali con esito mortale (-5,4%). La crescita degli infortuni è dovuta essenzialmente ai ritmi forsennati a cui sono sottoposti i dipendenti dopo le chiusure e le limitazioni avvenute durante le ondate più cruente della pandemia. Ora molti imprenditori cercano di recupere i profitti mancati spremendo a più non posso i lavoratori. Tutto ciò è inaccettabile. Occorre mettere mano al sistema dei subappalti al prezzo più basso.
Le pubbliche amministrazioni sono coinvolte su due fronti: come datori di lavoro nei confronti dei propri dipendenti e come soggetti istituzionali preposti all’attuazione delle norme generali per la tutela della salute e della sicurezza di tutti i lavoratori. Tanto è così che tra le principali misure concordate ieri tra sindacati e governo saranno proprio gli enti pubblici che avranno il compito di monitorare, vigilare e sanzionare il fenomeno degli infortuni sul lavoro.
La Uil è l’unica organizzazione sindacale ad aver lanciato una campagna della durata di un anno contro le morte bianche e intitolata Zero morti sul lavoro. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e premere sul corpo politico per fermare una scia di sangue inaccettabile in quello che si auto-definisce un Paese civile. Occorre iniziare a prendere consapevolezza che rispettare la vita dei lavoratori significa rispettare i diritti umani.
Le misure scaturite ieri dall’incontro tra sindacati e governo non devono farci dimenticare la centralità della formazione e la necessità per ogni azienda di nominare un responsabile alla sicurezza. La Uil e la Uilpa non smetteranno mai di dare battaglia su questa vera e propria piaga sociale finché non sarà debellata.
Sandro Colombi, Segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione
Roma, 29 settembre 2021