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MEF. «Il piano triennale della formazione è bloccato.» Intervista ad Andrea Bordini

Andrea Bordini, Segretario nazionale UILPA

Il nuovo ordinamento professionale prevede di rimettere in moto le carriere attraverso le progressioni all’interno e fra le aree. Resta però l’ostacolo della carenza di risorse economiche per la contrattazione decentrata. Qual è la situazione nella sua amministrazione?

 

Grazie alle risorse di cui disponiamo, e anche in virtù dei fondi del PNRR, siamo riusciti ad effettuare sia i passaggi economici che i passaggi d’area. Purtroppo però solo per il 5% del personale. Naturalmente ci proponiamo di aumentare il più possibile questa percentuale. Inoltre, stiamo delineando una procedura di attuazione dei passaggi tra le aree che verrà realizzata entro il 31 dicembre 2023. Per quanto riguarda invece le progressioni economiche 2024, sono state sospese per dare la possibilità di passare da un’area all’altra a chi in questi anni non ci fosse riuscito.

 

Piano dei fabbisogni, organizzazione degli uffici, lavoro a distanza, formazione: nel suo ente quanto è forte il coinvolgimento del sindacato rispetto alle scelte di programmazione strategica che ricadono sul personale?

 

Il coinvolgimento è buono. Nonostante ciò, su alcuni temi siamo abbastanza bloccati. Tra questi c’è la formazione per cui da anni molto tempo non viene inviato un piano triennale obbligatorio. Questa mancanza dipende dalla sostituzione da parte della Presidenza del Consigli dei Ministri di corsi specifici e gratuiti della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze, con corsi generici e a pagamento della Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Dovendo quindi rivolgersi all’esterno per effettuare corsi utili, l’amministrazione non è riuscita a sorreggere i costi bloccando la formazione. Sullo smart working invece, dopo un’accesa diatriba sindacale, siamo riusciti a ottenere otto giorni mensili di telelavoro, estensibili a dieci per determinate categorie.

 

L’art. 55 dell’ultimo CCNL ha previsto che le risorse dei sussidi assistenziali siano utilizzate per finanziare varie forme di welfare, tra cui la stipula di polizze per l’assistenza sanitaria integrativa. Da voi come sta procedendo l’attuazione di questa clausola?

 

Non ci sono risorse per l’attuazione di questo articolo. L’assistenza sanitaria integrativa andrebbe finanziata con i fondi della contrattualizzazione. Siccome siamo in un momento dove si fa fatica ad attuare progressioni economiche e passaggi fra le aree, lei capisce bene quanto risulti improbabile che risorse contrattuali vengano impiegate per polizze di cui tra l’altro già disponiamo. Infatti, nella nostra amministrazione, come in tutte le agenzie fiscali, c’è un fondo di previdenza che rimborsa tra il 50% e il 60% delle spese mediche sia ai dipendenti che ai loro familiari. Non metto in dubbio che sia un’iniziativa interessante ma inevitabilmente passa in secondo piano.

 

Che cosa si aspettano dal sindacato – e dalla UILPA in particolare – i giovani che sono da poco entrati a lavorare nella sua amministrazione?

 

I giovani hanno bisogno di presenza e rassicurazioni. Vogliono vedere il sindacato al loro fianco nei momenti di difficoltà e di incertezza. Magari nel rapporto con i dirigenti, nel reperimento di una locazione, o ancora nel comprendere la struttura del contratto, dei Ministeri o degli uffici. Dobbiamo far capire che il sindacato è sempre presente e non è né amico né nemico dell’amministrazione, ma tutela il lavoratore nel rispetto del CCNL. Nello specifico, i vincitori di concorso, chiedono informazioni sulla scelta della loro convocazione o futura destinazione, chiedono di cosa tratta quello specifico ufficio, quali mansioni possono svolgere in quella determinata amministrazione e così via. Insomma, il sindacato, e in particolar modo la UILPA, aiutano i giovani a orientarsi nella Pubblica Amministrazione.

 

 

Roma, 12 ottobre 2023

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione