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L’ombra dell’albero

Fino al 7 febbraio il Museo Madre di Napoli presenta la rassegna cinematografica L’ombra dell’albero. Una rassegna che vede protagoniste le opere di artisti originari della regione MENA del Mediterraneo (Middle-Est / Noth Africa). Il titolo si riferisce a un verso del poeta libanese Bassam Hajar che evoca, in un epigramma circolare, concetti di dislocamento e scomparsa facendo riferimento alla metafora dell’albero, elemento centrale della topografia geologica e culturale della regione, dove cipressi e ulivi rappresentano il senso di radicamento ed esilio.

Presentata nella Sala Madre, la rassegna si sviluppa nel corso di otto settimane attraverso programmi monografici e co-curati che riuniscono oltre quaranta opere di immagini in movimento, dal lungometraggio al video e dal documentario alla musica. Articolata in sei programmi, la rassegna alterna tre proiezioni retrospettive di Basma al-Sharif, Valentin Noujaïm e Sara Sadik e tre programmi co-curati immaginati da Martha Kirszenbaum insieme a Myriam Ben Salah, Stella Bottai e Asma Barchiche.

 

PROGRAMMA:

 

14 – 26 dicembre 2023

Programma 1: Basma al-Sharif

La pratica di Basma al-Sharif analizza conflitti politici ciclici e affronta l’eredità del colonialismo attraverso opere satiriche, immersive e liriche. La sua pratica si colloca a metà tra il cinema e l’installazione, concentrandosi sulla condizione umana legata a vari paesaggi, ambienti e geografie. Le sue opere cercano di comprendere luoghi complessi, sovraccaricati da conflitti politici, come modo di immaginare varie modalità di esistenza in tali spazi.

 

27 dicembre 2023 – 8 gennaio 2024

Programma 2: I Heard You Laughing

I Heard You Laughing, curato insieme a Myriam Ben Salah, riflette sull’importanza della cultura popolare, sull’onnipresenza delle tecnologie e sul ruolo della musica e della danza, affrontando una forma di dis-orientalismo vernacolare e esprimendo una sorta di “cosmopolitanismo digitale”. Comprende videoclip selezionati di musicisti iconici del Medio Oriente degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, accanto a opere video di artisti contemporanei che riflettono sulle complessità della spesso iper-semplificata configurazione del rapporto tra Oriente e Occidente.

 

10 – 15 gennaio 2024

Programma 3: Sara Sadik

Il lavoro di Sara Sadik mette in discussione la rappresentazione culturale dei sobborghi francesi e della cultura giovanile nelle comunità operaie della diaspora maghrebina attraverso riferimenti musicali e/o contesti come videogiochi, street fashion o social media. L’autrice introduce lo spettatore in scenari iniziatici in cui giovani uomini vivono prove affettive ed esplorano la propria vita emotiva. All’interno di essi, i protagonisti manifestano legami e codici diversificati che esistono tra gli outsider che, nell’incontro con i loro coetanei, sviluppano nuove definizioni di appartenenza.

 

17 – 22 gennaio 2024

Programma 4: Muscle Memory

Muscle Memory, immaginato da Stella Bottai, riprende la memoria muscolare come metafora per affrontare dinamiche nodali nella costruzione della soggettività individuale e collettiva, di identità culturali e di genere e del patrimonio immateriale. Prestando attenzione a temi quali conoscenza acquisita / conoscenza trasmessa, le rinegoziazioni dell’origine e l’incarnazione del rapporto mente-corpo, queste opere appartengono al Meridione attraverso le loro connessioni biografiche e/o geografiche, con una particolare attenzione alla città di Napoli come contesto chiave generativo.

 

24 – 29 gennaio 2024

Programma 5: Valentin Noujaïm

Il cinema di Valentin Noujaïm racconta utopia, sogni nascosti e racconti politici fantastici. La sua ricerca ruota attorno a argomenti quali lotte antirazziste, utopia spaziale e corpi traumatizzati. Viene permeata dalla questione della sparizione come strumento politico che mette in discussione le relazioni di potere e dominazione attraverso il prisma di un forte ideale: l’amore rivoluzionario o l’amore per la rivoluzione.

 

31 gennaio – 5 febbraio 2024

Programma 6: I Will Sing for Joy

I Will Sing for Joy, ideato da Asma Barchiche, presenta una serie di immagini di finzione e documentarie che provengono da geografie usurpate, includendo una moltitudine di modi per mappare le narrazioni dei loro abitanti. Combinando diversi linguaggi visivi, questi archivi e paesaggi si intrecciano per comporre film che prendono forma a partire da un dettaglio, uno sguardo, un uccello, una lettera, il suolo, la terra.

 

7 febbraio 2024

In occasione del finissage della rassegna L’ombra dell’albero saranno presentate una proiezione speciale e una performance musicale nello spazio della Sala Madre.

 

Informazioni:

Titolo: L’ombra dell’albero

Date: 14/12/2023 | 07/02/2024

Organizzazione: Museo Madre

Curatore: Martha Kirszembaum

 

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