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L’Inail in udienza dal Papa. Le norme sulla sicurezza non possono mai essere viste come un peso

ROMA – “L’attività del vostro Istituto è doppiamente preziosa, sia sul versante formativo per prevenire gli infortuni sul lavoro, sia sul versante di accompagnamento degli infortunati e di sostegno concreto alle loro famiglie. Il servizio a cui vi dedicate consente di non far sentire nessuno abbandonato a se stesso”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco, accogliendo in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, i vertici e una rappresentanza del personale Inail. “La cura per la qualità del lavoro, come pure per i luoghi e per i trasporti – ha spiegato il pontefice – è fondamentale se si vuole promuovere la centralità della persona. Quando si degrada il lavoro, si impoverisce la democrazia e si allentano i legami sociali. È importante fare in modo che siano rispettate le normative sulla sicurezza: non possono mai essere viste come un peso o un fardello inutile”.

“La vita non ha prezzo”. “Senza tutele la società diventa sempre più schiava della cultura dello scarto. Finisce per cedere allo sguardo utilitaristico nei confronti della persona, piuttosto che riconoscere la sua dignità”, ha ammonito Francesco, denunciando come “la tremenda logica che diffonde lo scarto si riassume nella frase: vali se produci, se non produci non vali niente. Così conta solo chi riesce a stare nell’ingranaggio dell’attività e le vittime vengono messe da parte, considerate un peso e affidate al buon cuore delle famiglie”. Lo scarto, ha aggiunto, “si manifesta in molti modi, come nell’ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca, perché la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertà. Tra le conseguenze del mancato investimento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro vi è anche l’aumento degli infortuni. Davanti a questa mentalità abbiamo bisogno di ricordare che la vita non ha prezzo”.

“Non esiste l’infortunato, ma il nome e il volto di chi ha subito un infortunio”. “Vi incoraggio a guardare in faccia tutte le forme di inabilità che si presentano – ha proseguito il Papa – Non solo quelle fisiche, anche quelle psicologiche, culturali e spirituali. L’abbandono sociale ha riflessi sul modo in cui ciascuno di noi guarda e percepisce se stesso. ‘Vedere’ l’altro significa anche trattare le persone nella loro unicità e singolarità, facendole uscire dalla logica dei numeri. Non esiste l’infortunato, ma il nome e il volto di chi ha subito un infortunio. Non rinunciate alla compassione, che è la premessa della condivisione. Si tratta di sentire nella propria carne la sofferenza dell’altro. È il contrario dell’indifferenza, che porta a girare lo sguardo altrove, a tirare dritto senza lasciarsi toccare interiormente”.

Bettoni: “L’incontro di oggi rinvigorisce il nostro impegno per un lavoro sicuro e dignitoso”. Nel suo saluto al pontefice, il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, ha ringraziato Papa Francesco “per aver richiamato, in diverse occasioni, la necessità di garantire la tutela della salute e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori e di operare per costruire una società nella quale nessuno resti indietro. Questo costituisce per me, per tutte le donne e gli uomini dell’Istituto, una fonte di grande ispirazione, che alimenta e sostiene il nostro sforzo quotidiano, nell’assolvimento dell’importante missione sociale assegnata. L’incontro di oggi, dunque, rinvigorisce il nostro impegno per un lavoro sicuro e dignitoso, al fine di incoraggiare uno sviluppo più equo e armonioso, a beneficio di una rinnovata cultura dell’inclusione”.