Nella memoria depositata in audizione, si legge che “appare centrale l’attuazione di quanto previsto nel PNRR in materia di politiche attive del lavoro e occupazione, con specifico riguardo al Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso di cui alla missione 5, componente 1, riforma 1,2. Com’è noto, entro il 2022 il nostro Paese dovrà definire un programma di azione nazionale che andrà realizzato compiutamente entro il 2024, volto a rafforzare l’attività di contrasto al lavoro sommerso nei diversi settori dell’economia, con un approccio interistituzionale e facendo tesoro dell’esperienza acquisita nel campo dell’agricoltura con il “Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022). Anche l’esperienza della pandemia da Covid dimostra che il ruolo della contrattazione collettiva nazionale e di secondo livello si rivela importante nel prevedere l’adozione di misure e iniziative specifiche da calare a livello aziendale che favoriscano la diffusione della cultura della prevenzione, della salute e della sicurezza nelle unità produttive, presupposto essenziale per creare le condizioni favorevoli a un’applicazione diffusa e consapevole delle norme esistenti e delle specifiche intese sottoscritte a livello nazionale dalle parti sociali”.