Qual è il problema più urgente che il suo ente si trova ad affrontare?
È un problema atavico: la carenza di personale. Nonostante diverse procedure di reclutamento, soprattutto nelle sedi del Centro-Nord, non si riescono a colmare le carenze che da anni affliggono le sedi di quelle regioni. Malgrado gli scorrimenti delle graduatorie dei concorsi espletati negli ultimi tre anni, non abbiamo coperto tutti i posti disponibili. Molti candidati sono infatti risultati vincitori in diverse procedure concorsuali e hanno scelto i posti più confacenti alle proprie esigenze: vicinanza alla propria residenza di origine, vicinanza alla famiglia, condizioni economiche più vantaggiose.
Vi sono state anche rinunce di persone che avevano già preso il posto?
Sì, specialmente al Centro-Nord dove gli affitti sono molto cari e le persone hanno difficoltà a spostarsi dalla propria sede di residenza. È capitato purtroppo che qualcuno abbia preso servizio e poi si sia dimesso dopo aver vinto un altro concorso. La realtà è che oggi il costo della vita e degli affitti non consente di vivere dignitosamente con uno stipendio medio. E poi bisogna anche considerare che molti vincitori di concorso hanno già un lavoro e, a conti fatti, preferiscono rinunciare a trasferirsi in una sede lontana e tenersi il lavoro che hanno. In ogni caso, il risultato è che gli uffici del Nord continuano a sopportare carichi di lavoro molto pesanti a fronte di personale insufficiente. Speriamo che almeno il recente concorso per ispettori tecnici, espletato a livello regionale, possa aiutarci a colmare questa situazione.
A sei mesi dalla firma del CCNL qual è lo stato delle relazioni sindacali all’INL?
Nonostante le diffide che abbiamo inviato all’Amministrazione insieme alla CGIL e all’USB, continuiamo a essere tenuti fuori dai tavoli. Anche per quanto riguarda l’informativa. L’Amministrazione sta pedissequamente applicando l’orientamento Aran. Abbiamo anche inviato una nuova nota la settimana scorsa, ritenendo che un’informativa almeno sugli obiettivi della vigilanza sarebbe doverosa. Siamo arrivati al punto che, come organizzazione sindacale, dobbiamo apprendere le notizie sulla programmazione delle attività istituzionali da fonti esterne. Non siamo stati neanche informati del numero degli obiettivi contenuti nella direttiva di primo livello, un fatto che riteniamo molto grave. Si tratta di informazioni che riguardano la missione istituzionale della vigilanza e che esulano dagli istituti contrattuali.
L’esclusione dai tavoli di trattativa sindacale sta penalizzando il rapporto con i lavoratori?
Direi proprio di no. Anzi, mai come in questo periodo i lavoratori partecipano attivamente e sono vicini alla nostra organizzazione. Lo dimostra il fatto che la UILPA ha avuto complessivamente un aumento di quasi il 5% nelle ultime elezioni delle RSU. È anche una mia soddisfazione personale, perché quando ho preso l’incarico di coordinatrice nazionale nel 2022 la situazione non era tanto rosea. Ma negli ultimi tre anni abbiamo recuperato sia sotto l’aspetto associativo sia come risultato elettorale. Abbiamo tanti nuovi iscritti, soprattutto giovani, e abbiamo conquistato tanti nuovi seggi RSU in luoghi dove tre anni fa neanche avevamo presentato la lista. Molti giovani si sono candidati per la prima volta nelle elezioni di quest’anno e in diverse sedi ragazzi in servizio da appena due o tre anni hanno conquistato il seggio nella RSU del loro luogo di lavoro.
Qual è il grado di coinvolgimento sindacale dei giovani neo-assunti?
Cerchiamo di dare supporto a questi ragazzi affinché inizino un loro percorso sindacale. Nel mio ufficio, per esempio, ho preso 5 seggi su 10 e fra questi ci sono due giovani, uno dei quali assunto nel dicembre del 2022 e un’altra che per la prima volta, nonostante abbia già qualche anno di servizio, ha voluto mettersi in gioco e affrontare questa sfida. Per me è stata una grande soddisfazione vedere nei nostri giovani tanto impegno e voglia di collaborare. Devo dire però che, in generale, i giovani tendono a non avvicinarsi al sindacato. Se si avvicinano è per chiedere un aiuto per qualche loro necessità, magari essere spostati da un’altra parte. Certo, non tutti sono così. Personalmente, cerco sempre di coinvolgerli il più possibile nell’attività sindacale. Ai segretari territoriali ho chiesto anche solo semplicemente di andarli a trovare in ufficio per farsi conoscere, sentire cosa pensano. E molti stanno rispondendo positivamente.
In che modo l’uso delle nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale, sta modificando l’organizzazione del lavoro nel suo ente?
Nella sede centrale l’amministrazione sta organizzando dei corsi per una parte del personale su Copilot, un programma Microsoft, allo scopo di semplificare l’attività lavorativa dei dipendenti e migliorare la qualità di produzione degli atti. Quando occorre elaborare statistiche o presentazioni di dati, l’intelligenza artificiale ci consente di preparare le relazioni in metà tempo rispetto al passato. Il che significa riduzione dei tempi di lavoro e miglioramento della condizione dei lavoratori. Questo programma viene utilizzato anche nell’ambito della comunicazione istituzionale, cioè per elaborare video e messaggi di promozione dell’attività dell’Ispettorato.
Vede il rischio di una progressiva sostituzione dell’uomo con le macchine?
La macchina intelligente offre un grande supporto, quando è l’uomo a richiederlo. Ad esempio, per trovare in pochissimo tempo un riferimento normativo specifico su un particolare istituto. Una completa sostituzione delle persone con le macchine non potrà mai avvenire. Ad esempio, in un campo come quello delle relazioni sindacali l’interfaccia tra i lavoratori e il rappresentante sindacale è e resterà sempre insostituibile.
A cura dell’Ufficio comunicazione Uilpa
Roma, 30 maggio 2025