mostra a cura di Mariastella Margozzi con Vincenzo Lemmo, Michele Occhioni, Laura Salerno
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo – Roma
20 giugno 2023 – 1 ottobre 2023
La Giustizia a Roma tra il XV e il XIX secolo viene spesso descritta dalle fonti di diverse epoche come severa e dura nelle pene. Si tratta certamente di una visione stereotipata corrispondente a un sistema legislativo complesso, del quale spesso le fonti dirette sono essenzialmente quelle popolari. La ferrea mano dei tribunali pontifici ha per secoli terrorizzato gli abitanti di Roma e contemporaneamente ha contribuito al crescere della fama di personaggi che diverranno leggendari, come la giovane nobile romana Beatrice Cenci, il filosofo Giordano Bruno, l’esoterista Borri, l’enigmatico conte di Cagliostro, solo per fare i nomi più celebri. Cospiratori, forestieri, assassini e infine carbonari e perfino garibaldini finirono nelle più atroci e anguste prigioni della città, rei di aver portato scompiglio nella vita pubblica per la loro condotta, ma anche solo per il loro pensiero.
Attraverso i racconti delle loro vite è, tuttavia, possibile ricostruire non solo le atmosfere di epoche passate, ma anche l’incredibile storia degli spazi e degli scenari in cui le punizioni corporali, i processi spesso farsa e le macabre uccisioni che ebbero luogo a Roma tra il XV e XIX secolo. Infatti, lo scenario di tali narrazioni è uno dei luoghi simbolo di Roma e della giustizia che vi è stata praticata: la fortezza di Castel Sant’Angelo. Grandiosa costruzione eretta dall’imperatore Adriano come tomba per sé e per i suoi successori, fu iniziata intorno al 123 d.C. e terminata da Antonino Pio un anno dopo la morte di Adriano (139 d.C.). In essa furono accolte le sepolture dei membri della famiglia imperiale fino all’imperatore Caracalla (217 d. C.).
Le prigioni di Castello e il suo essere luogo principale di processi e incarcerazioni a Roma, suggerirono l’ambientazione dell’opera di Giacomo Puccini Tosca, che ha come sfondo la Roma del 1800; il protagonista del melodramma, il pittore Mario Cavaradossi vi finisce incarcerato con l’accusa di tradimento. Quando viene fucilato, Tosca, la sua amante, si uccide gettandosi dagli spalti del Castello.
A partire dal XVII secolo Castel Sant’Angelo perde un po’ alla volta il ruolo di residenza pontificia per diventare quasi esclusivamente un carcere politico. Oppositori del dominio temporale, carbonari e patrioti finiscono i loro giorni di prigionia nelle sue prigioni almeno fino al settembre del 1871, anno in cui Roma viene proclamata capitale del Regno d’Italia. Le sue prigioni, ricavate in ogni spazio possibile, furono sempre affollate, così come nella sala della Giustizia vennero celebrati moltissimi processi. Numerosi prigionieri lasciarono iscrizioni a graffito sui muri delle loro celle, oggi crude e disperate testimonianze di vita e di dolore. Le esecuzioni venivano svolte nella Piazza delle Fucilazioni, davanti alla Cappella dei Condannati. Le impiccagioni e le decapitazioni avvenivano invece oltre Ponte Sant’Angelo, in Piazza di Ponte o in altri luoghi della città. La suggestione di questi spazi è ripercorsa in mostra dalle sedici tavole delle Carceri d’Invenzione di Giovanni Battista Piranesi.
L’idea di questa Mostra nasce dalla volontà di narrare la storia di Castello attraverso il passaggio al suo interno, come prigionieri, di tantissime persone nel corso del tempo, che hanno vissuto e sofferto in questi luoghi per aver commesso reati di ogni sorta, ma anche solo per aver esercitato il diritto allora non riconosciuto alla libertà di pensiero. La Mostra presenterà quindi una serie di narrazioni delle vite di personaggi che si sono scontrati con la spaventosa realtà dei tribunali e delle pene a Roma.
Si tratterà la tragica vicenda di Beatrice Cenci e della sua famiglia, accusata di parricidio e giustiziata alla fine del ’500 davanti a Castello; si ripercorrerà la vita di Giordano Bruno e la storia del monumento a lui dedicato alla fine dell’800; si analizzerà la figura artistica e avventurosa di Benvenuto Cellini; si parlerà delle armi e dei duelli all’epoca di Caravaggio; si racconteranno le storie dell’alchimista Giuseppe Francesco Borri e dell’enigmatico Conte di Cagliostro, negromante, medico, ciarlatano; si ripercorreranno le vicende legate alla Roma rivoluzionaria dell’800, ai carbonari che persero la vita per un sogno di libertà e ai garibaldini che, fatti prigionieri nel 1867, furono graziati da papa Pio IX. Si darà anche voce al carnefice per eccellenza della Roma papalina, Mastro Titta, che dal 1796 al 1864 fu il “Maestro di Giustizie” dello Stato Pontificio. Narratore d’eccezione delle “imprese” di Mastro Titta è stato il celebre poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli, che tra il 1829 e il 1849 compose oltre duemila Sonetti, apprezzati soprattutto per il ritratto che vi viene fatto della Roma dell’epoca, dei suoi abitanti, della corruzione, degli abusi di governo, dell’ozio e della lussuria dei potenti, ma anche del torpore, dell’ignoranza e dell’insipienza del popolino. Non poteva mancare un capitolo dedicato all’unica storia di fantasia che tratta delle prigioni e delle fucilazioni di Castel Sant’Angelo, quella della Tosca di Puccini, ambientata a Castello nel 1800; finale melodrammatico, che chiude idealmente tutte le storie precedenti. Rappresentata per la prima volta a Roma nel 1900, segna in questo senso anche la dismissione reale delle prigioni di Castello.
Dipinti, sculture, disegni e incisioni riprodurranno i personaggi e gli eventi raccontati e saranno presenti anche importanti documenti di processi famosi, le memorie di alcuni protagonisti, gli oggetti che li rappresentano, le pubblicazioni originali di testi, poesie e quanto di interessante e curioso possa illustrare le epoche dell’esercizio della giustizia a Castel Sant’Angelo.
SEZIONI DELLA MOSTRA
PRIMA SEZIONE – ARMERIE SUPERIORI
BEATRICE CENCI
BENVENUTO CELLINI
IL CONTE DI CAGLIOSTRO
GIUSEPPE FRANCESCO BORRI
PRIGIONIERI E CARCERIERI TRA IL XV E IL XVIII SECOLO
GIUSEPPE GIOACHINO BELLI E IL SONETTO LA MADRE DER CONDANNATO
LA TOSCA DI PUCCINI E CASTEL SANT’ANGELO
SECONDA SEZIONE – SALA CLEMENTE VIII
IL MONUMENTO A GIORDANO BRUNO
ARMI E DUELLI ALL’EPOCA DI CARAVAGGIO
LE CARCERI NELL’INTERPRETAZIONE ARTISTICA DI PIRANESI
TERZA SEZIONE – RETROSALA CLEMENTE VIII
PRIGIONIERI E CARCERIERI TRA IL XVIII E IL XIX SECOLO
DOCUMENTI E TESTI DEI PERSONAGGI E DEGLI AVVENIMENTI RELATIVI ALLA STORIA E ALLA GIUSTIZIA NELLA CITTÀ DI ROMA TRA XVIII E XIX SECOLO
QUARTA SEZIONE – SALA DELLA GIUSTIZIA
GLI OGGETTI DEL GIUDIZIO E DELLA PENA A ROMA NEL XIX SECOLO
MASTRO TITTA IL BOIA DI ROMA
QUINTA SEZIONE – LE PRIGIONI STORICHE
LE SEGRETE DI CASTEL SANT’ANGELO, IL SAMMALO, LA SALA DEL TESORO, LA CAGLIOSTRA
La Mostra è stata curata da Mariastella Margozzi con la collaborazione di Vincenzo Lemmo, Michele Occhioni e Laura Salerno.