L’Istat ha presentato la decima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile in Italia. Il Rapporto offre un quadro dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l’analisi di una serie di indicatori suddivisi in 12 domini:
Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.
Nel confronto tra il periodo pre-pandemico e la situazione attuale, troviamo 58 indicatori di benessere (oltre la metà) in miglioramento, un terzo su un livello inferiore e il restante stabile.
Secondo i dati, oltre un terzo delle famiglie italiane nel 2022 ha visto peggiorare la propria situazione economica: la quota del 35,1 per cento di famiglie che dichiarano di stare peggio dell’anno precedente, è “un livello mai raggiunto in precedenza”. Aumenta anche la quota di persone che dichiarano di arrivare alla fine del mese con grande difficoltà, arriva al 9,1% dall’8,2 del 2019.
I progressi sono più diffusi nei domini di Sicurezza, Qualità dei servizi, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita.
Una situazione stazionaria riguarda Salute e Ambiente e Paesaggio e patrimonio culturale.
Critici invece i campi delle Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e formazione e Benessere economico.
Nel confronto con l’Ue27, invece, l’Italia risulta in una situazione di inferiorità. L’Istruzione e la formazione e il Lavoro e la conciliazione dei tempi di vita evidenziano come i giovani tra 15 e 29 anni (fuori dal contesto scolastico) non siano occupati.
Le persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria è di 10 punti inferiore alla media europea, in particolar modo tra le donne.
Anche Benessere economico e Rischio di povertà sono indicatori negativi nel confronto internazionale.
In riferimento alla Salute, per gli adulti è l’indicatore con l’andamento peggiore (cinque su sei registrano un peggioramento) ed è elemento di vulnerabilità anche per i giovani tra 14-24 anni, con la metà degli indicatori che peggiorano.
Positivi invece il tasso di omicidi, inferiore rispetto alla media europea, e l’aspettativa di vita superiore se confrontata con quella internazionale (82,5 anni).
Secondo Vanessa Pallucchi, portavoce del forum Terzo Settore, gli indicatori Bes confermano la necessità di impiegare ingenti risorse pubbliche per dirigere il Paese verso un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico e ambientale che consideri prioritario il contrasto a disuguaglianze e povertà.