Il capitolo due della nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat è dedicato all’istruzione e alla formazione.
L’istruzione, la formazione e il livello di competenze acquisite influenzano il benessere delle persone e aprono strade e percorsi altrimenti preclusi. In Italia, il livello di istruzione e formazione che gli individui riescono a raggiungere è correlato ancora in larga misura con l’estrazione sociale, il genere, il contesto socio-economico e il territorio in cui si vive. L’Italia è distante dalle medie europee e gli indicatori del livello di istruzione e delle competenze hanno subito una battuta d’arresto negli ultimi due anni. La pandemia del 2020, con la conseguente chiusura di scuole e università e il prevalere della didattica integrata hanno acuito le difficoltà. Unica eccezione la partecipazione alla formazione continua da parte della popolazione tra i 25 e i 64 anni che è aumentata nel 2021, non soltanto recuperando il livello del 2019 ma incrementandolo.
Nel 2021 le attività culturali che si svolgono fuori casa hanno subito una ulteriore forte contrazione dopo quella avvenuta nel 2020 con riduzioni più accentuate per la fruizione di spettacoli teatrali e per il recarsi a un museo o a una mostra. Anche la frequentazione in presenza delle biblioteche ha subito una contrazione notevole, ma nel 2021 l’abitudine all’accesso on line ha compensato, almeno in parte, le perdite subite in termini di utenza. Stabile, invece, l’indicatore della lettura di libri e/o di quotidiani.
Secondo il Rapporto, vi sarebbe una battuta di arresto della crescita dei diplomati nella popolazione adulta e dei titoli terziari tra i giovani, più donne possiedono un titolo terziario rispetto agli uomini, ma meno nelle discipline scientifiche, peggiorano le competenze dei ragazzi e la quota di giovani che non studiano né lavorano cala nel 2021 ma non recupera il livello pre pandemia.