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Invisibile agli occhi. Riflessioni visive sulla fibromialgia

Dal 3 al 18 maggio 2024 al Museo di Roma sarà possibile ammirare la mostra Invisibile agli occhi. Riflessioni visive sulla fibromialgia. 

 

La mostra è ispirata dal profondo desiderio dell’artista di comunicare visivamente la complessità della fibromialgia, facendone conoscere le diverse sfaccettature e offrendo un’intima prospettiva di ciò che significa esserne affetto.

 

Questa esposizione artistica vuole omaggiare tutti quei malati fibromialgici che, convivendo con il dolore, arricchiscono la propria e l’altrui vita, e soprattutto tenta, nel suo piccolo, di suscitare empatia verso questo mondo misconosciuto, generando una riflessione su quanto sia importante dare il giusto peso sociale a una malattia invisibile ma estremamente debilitante.

 

Proprio per consentire una più immersiva esperienza nel viaggio sulla fibromialgia, la mostra è stata pensata come un percorso che guidi lo spettatore attraverso fasi e sensazioni vissute dai malati fibromialgici e più ampiamente da coloro che soffrono di dolore cronico.

 

Prima tappa:
“In the labyrinth”
La prima tappa della mostra ci introduce alla difficoltà dei malati fibromialgici di ottenere una diagnosi certa, una strada tutta in salita che spesso richiede anni, considerate la complessità e la soggettività della sintomatologia.
Attraverso l’utilizzo di colori forti e forme semplici, le cinque opere di questo gruppo rappresentano l’ineffabile senso di frustrazione, il sentirsi intrappolati in un labirinto di domande e risposte sfuggenti, l’ansia, la confusione e l’angoscia di chi è alla ricerca di certezze e invece incontra inconsapevolezza e disattenzione, oltre ai numerosi problemi da affrontare.

Seconda tappa: 
“Loneliness”
“In a cobweb of pain”
“Diving in my pain”
“I can breathe”
La seconda tappa, composta da quattro gruppi di opere, esplora le sfumature emotive che accompagnano la malattia.
“Loneliness” racconta la sensazione di isolamento che nasce dalla sofferenza, dall’essere poco compresi e dalla sensazione di subire una sorta di ingiustizia, di tradimento: offre quindi agli spettatori l’opportunità di riflettere sulla condizione umana e sulla solitudine legata al dolore cronico.
Le serie “In a cobweb of pain” e “Diving in my pain” danno voce ai momenti di oscurità e disperazione, raffigurando la sensazione di sentirsi intrappolati in una ragnatela – che isola, separa e costringe un corpo divenuto fonte di sofferenza – nonché il buio che spesso avvolge la mente e nel quale ci si sente immersi come in un’acqua primigenia. In “Diving in my pain” le figure sono rappresentate appena sotto la superficie di quest’acqua, perché la capacità tutta umana di trasformare il dolore in forza rende possibile emergere dall’isolamento e dalla sensazione di prostrazione. Ne scaturisce una resilienza straordinaria che si concretizza nelle opere dai colori vivaci della serie “I can breathe”: una luce di speranza che brilla nel cuore di chi ha la tenacia di affrontare la malattia e incanalare positivamente le numerose emozioni contrastanti.

 

Terza tappa:
“It hurts”
“It burns”
La terza tappa, composta dalle serie “It hurts” e “It burns”, porta lo spettatore nel cuore della conoscenza della fibromialgia che, per il suo essere priva di una incarnazione corporea fatta di ferite vive, è a volte sottovalutata. Ed ecco che i segni e colori che rendono visibile l’invisibile, facendo immergere nella condizione dei fibromialgici, arrivano allo spettatore come uno schiaffo in pieno viso: le tele rappresentano il costante tormento, l’agonia fisica ed emotiva, ma i volti non sono chiusi o rassegnati, sembrano piuttosto sfidare il dolore alla ricerca della forza d’animo e della serenità per vivere più dignitosamente, giorno dopo giorno.

 

Quarta tappa:
“Good days bad days”
“Dancing with pain”
“A serene interlude”
“I can shine”
Nella quarta tappa le serie “Good days bad days”, “Dancing with pain”, “A serene interlude” e “I can shine” celebrano l’incredibile capacità di adattamento di chi impara ad andare avanti in una realtà fatta di giornate quasi normali, che si alternano a periodi nei quali il dolore sembra non voler lasciare mai la presa. I dipinti con la loro vitalità esprimono la dualità di questa condizione e, insieme a quelli dell’ultima tappa, vogliono essere un tributo alla flessibilità umana.

 

Quinta tappa:
“Trust and hope”
“Together”
La mostra si chiude con immagini positive che trasmettono speranza e fiducia nel futuro. Si cerca di vedere oltre il dolore e si mette in luce come la vicinanza, la comprensione, l’inclusione sociale, il giusto riconoscimento della malattia possano  migliorare la vita di coloro che affrontano la fibromialgia e il dolore cronico in generale.

 

Informazioni:

Luogo: Museo di Roma

Orario: dal 3 al 18 maggio 2024, dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00

Giorni di chiusura: lunedì

Biglietto d’ingresso: gratuito per tutti

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