“Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e di ritorni”. Questo il tema del convegno che si è svolto presso Palazzo Wedekind, organizzato da Inps e Fondazione Migrantes, con un confronto sul tema dei pensionati italiani all’estero.
A introdurre i lavori è stato il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha ricordato come i flussi migratori interessino ogni parte del mondo, incluso il nostro Paese, e che la scelta di emigrare non è più necessariamente legata alla necessità o al bisogno, ma può anche essere un’opzione derivante dal perseguire un interesse, un miglioramento della qualità di vita. L’Italia, ha sottolineato Tridico, oltre a disporre politiche di accoglienza, assiste alla partenza di lavoratori giovani e meno giovani, nonché di pensionati che spendono altrove il proprio trattamento pensionistico. Pertanto, dall’analisi dei pagamenti delle pensioni all’estero si possono trarre interessanti spunti di analisi sulle evoluzioni socioeconomiche nel nostro Paese
Rispetto ai fenomeni migratori rilevati, si evidenzia che il mondo delle pensioni Inps in questo momento si trova in una fase di transizione.
I trattamenti corrisposti ai protagonisti dei flussi migratori del secolo scorso sono infatti in fase di diminuzione, specie in alcuni Paesi verso cui il flusso migratorio si è esaurito o fortemente limitato in epoca recente. Appare verosimile che tale situazione sia destinata a cambiare nei prossimi anni quando – man mano che i nuovi migranti raggiungeranno i requisiti di legge per l’accesso al pensionamento – anche da un punto di vista numerico le pensioni in regime internazionale e quelle in generale in pagamento all’estero aumenteranno in modo consistente. In prospettiva tali prestazioni non si potranno più considerare una categoria eccezionale o residuale rispetto alla pensione nazionale: si porranno semmai come una componente rilevante dell’universo pensionistico italiano.