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INL. «La mancanza di Ispettori si risolve con un piano straordinario di assunzioni». Intervista a Ilaria Casali

Ilaria Casali, Coordinatrice generale Uilpa Lavoro

Sulla vicenda delle morti bianche e sul ruolo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro all’inizio di quest’anno avevamo intervistato Ilaria Casali, Coordinatrice generale UILPA Lavoro. A sei mesi di distanza cerchiamo di capire se è cambiato qualcosa ed eventualmente cosa.

 

Partiamo da cosa non è cambiato: le morti sul lavoro continuano a registrare una media di oltre due decessi al giorno. Dato che non è un problema di oggi le chiediamo: che cosa impedisce alla politica di intervenire in maniera decisiva su questo fronte?

 

La sudditanza nei confronti dell’economia. Tuttavia, recentemente ho notato che sono stati fatti piccoli passi in avanti con l’istituzione di un tavolo tecnico sulla salute e sicurezza al Ministero del Lavoro, con le nuove disposizioni del Decreto Legge Lavoro riguardanti l’alternanza scuola lavoro e con corsi di formazione specifici. Si tratta di iniziative necessarie ma non sufficienti. Occorre che la politica agisca con più decisione mettendo sul piatto maggiori incentivi, sgravi, o crediti d’imposta in modo da permettere alle aziende di stare al passo con l’innovazione degli impianti e dei dispositivi di protezione per i lavoratori. Su questo tema la UIL sarà sempre un elemento di stimolo e di proposta per tutti i governi, indipendentemente dal colore politico.

 

A gennaio scorso lei concluse la sua intervista consigliando al governo di investire in formazione e concedere alle aziende sgravi fiscali per l’acquisto e/o il rinnovo dei dispositivi di protezione individuale. È stata ascoltata?

 

No. Eppure, basterebbe inserire in una norma di legge o in un decreto qualcosa che consenta alle aziende che investono nella sicurezza di rinnovare periodicamente i dispositivi di protezione e di poterli scaricare dalle tasse o quantomeno detrarne una parte dall’IRES. In questo modo potrebbero acquistare più facilmente attrezzature che hanno migliori standard di qualità. Come Ispettore del lavoro ogni giorno vedo le pessime condizioni dei dipendenti dal punto di vista della salute e della sicurezza. Dalla semplice usura delle scarpe antinfortunistiche sino al malfunzionamento degli impianti di areazione negli opifici. Non è una situazione tollerabile.

 

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro è sottorganico. Le nuove assunzioni previste all’inizio di quest’anno si sono materializzate?

 

Si stanno materializzando grazie al recente sblocco del concorso da 1.174 posti. Ciononostante, il pensionamento di diverse unità e il mancato ricambio generazionale rendono i nuovi ingressi largamente insufficienti. E lo sono per diversi motivi. Innanzitutto per la complessa missione istituzionale dell’amministrazione, poi perché di recente l’Istituto è stato investito da alcuni adempimenti relativi al PNRR, infine perché il decreto 215/2021 ha attribuito all’amministrazione ulteriori competenze prima riservate esclusivamente alle ASL. Oggi l’ispettorato ha un ruolo di coordinamento di tutti gli enti chiamati a vigilare sulla sicurezza. Dobbiamo riorganizzare la nostra attività in modo tale da poter costituire teams di lavoro efficienti e preparati in ciascuno dei nei 78 uffici territoriali e negli uffici interregionali che fanno capo all’Ispettorato. Ma al momento non abbiamo alcuna certezza al riguardo, anche a causa della perdurante e ormai quasi cronica scopertura nei ruoli.

 

Cosa ne pensa della proposta di introdurre nelle scuole uno specifico insegnamento sulla sicurezza del lavoro?

 

Sono d’accordo. C’è la necessità che i ragazzi imparino il significato del lavoro con i benefici e i rischi connessi, in modo che una volta finiti gli studi sapranno già quali comportamenti tenere salvaguardando sé stessi e gli altri. Il compito di formazione preventiva deve essere affidato principalmente all’alternanza scuola lavoro. Ritengo però necessario che in tutti gli istituti, non solo in quelli tecnico-professionali, vengano istituiti corsi in materia di salute e sicurezza adeguati al grado di istruzione.

 

Il decreto-lavoro, in discussione in Parlamento, assegna all’Ispettorato nuove e gravose mansioni in materia di controlli sull’Assegno di Inclusione. Dovrà essere previsto addirittura un piano triennale di contrasto alla percezione irregolare del beneficio. L’Ispettorato ha abbastanza personale per svolgere questi ulteriori incarichi?

 

No. Sebbene noi facessimo già controlli in materia di Reddito di cittadinanza, con la nuova misura introdotta dal decreto l’Ispettorato sarà chiamato a effettuare un vero e proprio piano d’azione. Ci chiedono ora un controllo a tutto tondo che però, probabilmente, finirà per coinvolgere anche INPS e INAIL. Di certo l’Ispettorato da solo non è in condizione di far fronte a tale richiesta, perché le nostre risorse non sono idonee a coprire un margine di attività così ampio. I concorsi copriranno le uscite e poi c’è il problema dei tanti vincitori che rinunciano perché lo stipendio dell’Ispettorato non permette di vivere fuori dal proprio luogo di residenza. Se davvero si vuole colmare il vuoto di organici dell’Ispettorato l’unica soluzione è procedere con un piano straordinario d’assunzione di ispettori.

 

Roma, 24 giugno 2023

 

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione

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