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Informazione statistica, la nuova Banca dati dell’Inail presentata al Senato

La Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, adiacente alla Biblioteca del Senato, ieri mattina a Roma ha fatto da cornice alla presentazione ufficiale della nuova Banca dati statistica dell’Inail, che dal 1996 mette a disposizione della collettività un vastissimo numero di tavole statistiche che forniscono dati e informazioni in maniera aggregata su molteplici aspetti del fenomeno assicurativo, infortunistico e tecnopatico. L’evento, moderato dal giornalista Davide Colombo, direttore centrale Istat per le Relazioni esterne e l’Ufficio stampa, è stato l’occasione per illustrare ai principali attori istituzionali, alle parti sociali e datoriali e agli stakeholder le potenzialità di questo strumento per l’analisi e la prevenzione delle malattie e degli incidenti lavoro-correlati.

 

Con la reingegnerizzazione riaperte alcune sezioni. Dopo gli interventi di Ester Rotoli, direttore centrale Organizzazione digitale dell’Istituto, che si è soffermata sul processo di digitalizzazione dei servizi Inail e sulla “data strategy” finalizzata a uniformare e accrescere la consapevolezza delle informazioni gestite, e Agatino Cariola, direttore centrale Rapporto assicurativo, che ha evidenziato l’importanza dei dati anche rispetto alla misurazione del rischio e del tasso di tariffa per le imprese, le novità principali della nuova Banca dati e alcuni degli altri strumenti di analisi che compongono l’offerta informativa statistica dell’Istituto, come gli Open data e le Statistiche europee, sono stati illustrati da Silvia D’Amario, coordinatrice generale della Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Istituto, Adelina Brusco, coordinatrice del settore Banche dati della Csa, e Andrea Bucciarelli, del settore Osservatorio statistico infortuni e malattie della Csa. La necessità di aggiornare la struttura informatica della Banca dati, per allinearsi agli standard istituzionali anche in tema di data governance e brand identity, è stata l’occasione non solo per migliorare la modalità di fruizione dei dati e il dettaglio di alcuni contenuti, che possono essere analizzati attraverso viste aggregate e approfondimenti tematici per settore, indice di rischio, territorio, caratteristiche dei lavoratori e dimensione aziendale, ma anche per rendere nuovamente consultabili alcune sezioni non disponibili nella versione precedente.

 

I contenuti suddivisi in quattro aree tematiche. I contenuti della Banca dati sono suddivisi in quattro aree tematiche: Aziende, Infortuni, Malattie professionali e Rischio. Una volta selezionata la sezione di ogni area tematica che si vuole approfondire, la modalità di navigazione consente di visualizzare il report principale e scegliere una o più variabili di filtro, con la possibilità, in alcuni casi, di affinare ulteriormente il dato, passando per esempio da quello regionale a quello provinciale. L’utilizzo della funzione “espandi”, inoltre, prevede contestualmente la visualizzazione del menù a briciola, che permette sia di mantenere traccia della navigazione effettuata sia di navigare i dati in senso opposto con la funzione “comprimi”. A eccezione del Rischio, che contiene indicatori statistici della frequenza e della gravità infortunistica relativi a un triennio consolidato, nelle altre tre aree tematiche la serie temporale è quinquennale.

 

Loy: “L’utilità per chi si occupa di salute e sicurezza è evidente”. Come sottolineato dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, Guglielmo Loy, “basta scorrere le rassegne stampa quotidiane, soprattutto quelle locali, per rendersi conto dell’interesse dei cosiddetti stakeholder – parti sociali, osservatori, università – ad attingere alla Banca dati dell’Istituto, che è il sintomo dell’efficacia di questo straordinario strumento. La sua utilità per chi si occupa, dentro e fuori dell’Istituto, del tema della salute, della sicurezza e della prevenzione è evidente. Da questi dati, infatti, è possibile trarre le informazioni che possono modificare concretamente il proprio agire. Questo vale sia per le istituzioni, che devono innovare norme, regole o atti amministrativi, sia per le parti sociali, che possono ricavarne elementi utili per regolare meglio la loro funzione all’interno del sistema delle relazioni industriali e sindacali, partendo da dati oggettivi”.

 

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