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INAIL. «Abbiamo messo fine al mansionismo, ma restano aperti diversi problemi.» Intervista a Giuseppe Paglia

Giuseppe Paglia, Coordinatore generale UILPA Inail

Nella sua amministrazione qual è la situazione rispetto all’applicazione del CCNL sugli sviluppi professionali?

 

All’Inail abbiamo compiuto un’operazione che non esito a definire storica perché siamo riusciti a traghettare da operatore ad assistente e da assistente a funzionario quasi tutto il personale che aveva i requisiti. Dico quasi, perché alcuni colleghi matureranno i requisiti il prossimo anno, ma non saranno lasciati indietro e ci sarà una seconda tornata di passaggi. Abbiamo ottenuto questo risultato utilizzando gli strumenti offerti dal contratto collettivo nazionale e in termini numerici abbiamo portato a casa circa 1.200 passaggi, ossia il 98% di tutti gli aventi diritto.  Insomma, abbiamo scritto la parola fine all’atavico mansionismo dell’Istituto. Paradossalmente uno dei motivi di questo nostro successo è dovuto ad anni di immobilismo dell’Istituto. Immobilismo che ha congelato una serie di risorse permettendoci di utilizzarle per i passaggi contrattuali.

 

Programmazione dei fabbisogni, organizzazione degli uffici, lavoro a distanza, formazione: quanto è forte il coinvolgimento del sindacato rispetto a questi temi strategici per la gestione del personale?

 

Fino a ieri i rapporti con l’amministrazione non erano positivi. Tant’è che si sono tenute assemblee, proclamati stati di agitazione, si è arrivati a un presidio davanti la sede centrale di Piazzale Giulio Pastore e persino a uno sciopero. Ma tutto questo appartiene al passato. Oggi i rapporti sono molto diversi. Certo, non possiamo definirli ottimali, ma il clima è cambiato. È cambiato perché sta prevalendo il dialogo. Per esempio, sul lavoro a distanza, che all’Inail è presente da oltre 15 anni, siamo riusciti a produrre un buon regolamento disciplinando il lavoro agile, il lavoro da remoto e il telelavoro. Peraltro, proprio sul telelavoro abbiamo ottenuto addirittura qualcosa in più di quanto prevede il contratto. Pertanto su questo fronte non possiamo che dirci soddisfatti. Invece, per quanto riguarda la programmazione dei fabbisogni occorre prima capire cosa intende fare l’amministrazione, quali sono i suoi obiettivi, dove vuole posizionare l’Istituto. Una volta capito tutto questo possiamo iniziare la discussione. Tenga presente che per noi l’attuale programmazione di fabbisogni è del tutto insufficiente per soddisfare le competenze dell’Istituto. Competenze aumentate con le ultime norme relative all’estensione dell’assicurazione per insegnanti e alunni per le scuole di ogni ordine e grado. In questo caso la partita è aperta e l’auspicio è che l’amministrazione ci coinvolga così come ha fatto sul lavoro a distanza. Per quanto riguarda la formazione dobbiamo tornare all’eccellenza di un tempo e la discussione è appena avviata.

 

Negli ultimi anni la contrattazione nazionale prevede il potenziamento del welfare contrattuale, che per la UIL è una battaglia di bandiera. Ci può descrivere la situazione nel suo settore?

 

All’Inail abbiamo un welfare aziendale basato su erogazioni economiche di supporto sia alle famiglie con figli in età scolare o prescolare, sia a quelle con figli all’università. Abbiamo poi sussidi per i figli dei dipendenti che studiano lingue straniere. Una parte importante dei fondi è destinata al pagamento delle cosiddette protesi, che vanno da quelle dentali agli occhiali da vista, per intenderci. Queste sono tutte operazioni di welfare che vengono realizzate da anni e che meritano il massimo dell’incremento economico. Non lo dico a caso. Pensi che, rispetto al recente passato, quest’anno abbiamo registrato il 400% del numero delle richieste di sussidi da parte di colleghi costretti ad affrontare spese improvvise. Un dato impressionante che fa capire le difficoltà attraversate dai dipendenti pubblici.

 

Che cosa si aspettano dal sindacato – e dalla UILPA in particolare – i giovani che sono da poco entrati a lavorare nella sua amministrazione?

 

I giovano vedono il rapporto di lavoro in maniera diversa rispetto alle precedenti generazioni. Chiedono una mentalità meno rigida, la conciliazione tra lavoro e vita privata. Chiedono una vera meritocrazia, soprattutto nel caso delle modalità di valutazione delle performance che spesso sono lasciate all’interpretazione dei dirigenti. E poi chiedono un sindacato che riesca a intercettare le loro esigenze. Tra queste esigenze c’è quella di orientarsi in una Pubblica Amministrazione che è una macchina molto complessa e c’è anche quella di superare la sorpresa quando constatano la differenza abissale tra la realtà del lavoro pubblico e la narrazione dei mezzi di comunicazione. Perciò quando vedono che gli uffici non pullulano di fannulloni e incompetenti devono disfarsi di diversi stereotipi. Per quanto ci riguarda, come Uilpa Inail, noi ci poniamo all’ascolto delle loro esigenze e persino delle loro critiche per stare al passo con i tempi e per aiutare i nuovi entrati a integrarsi e a esprimere tutte le loro potenzialità.

 

Roma, 9 dicembre 2023

 

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione