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Il computista Belluca, impiegato «circoscritto»

L’impiegato diventa invisibile, anche a sé stesso. La magistrale penna di Luigi Pirandello tratteggia in poche pagine una figura memorabile, quella del computista Belluca: «Belluca s’era dimenticato da tanti e tanti anni (…) che il mondo esisteva».

 

Uomo più mansueto e sottomesso, più metodico e paziente di Belluca, non si sarebbe potuto immaginare. Circoscritto…sì, chi l’aveva definito così? Circoscritto, povero Belluca, entro i limiti angusti della sua arida mansione di computista, senz’altra memoria che non fosse di partite aperte, di partite semplici o doppie o di storno, e di defalchi e prelevamenti e impostazioni: note, libri-mastri, partitarii, stracciafogli e via dicendo. Casellario ambulante; o piuttosto vecchio somaro, che tirava zitto zitto, sempre d’un passo, sempre per la stessa strada la carretta, con tanto di paraocchi.

 

Pirandello, Il treno ha fischiato…, in Novelle per un anno, Mondadori, Milano, 1937, I, pp. 524 ss. (la citazione è tolta dalla p. 525; quella sopra, nella presentazione, dalla p. 529).