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Gli italiani nel mondo e le istituzioni pubbliche

sandro colombi uilpa

Nel mondo esiste una comunità di connazionali più vasta di quella residente nella Penisola, formatasi grazie ai grandi flussi migratori dell’Otto e Novecento, che conta circa ottanta milioni di persone e s’ingrossa ogni anno per il gran numero di giovani che si recano all’estero. Pur parlando molti solo lingue straniere e benché in essa si coltivi in genere un’identità italiana differente da quella della Penisola, se ne condividono comunque i valori fondanti e peculiari.
Il libro, dopo una ricostruzione storica della politica italiana e delle vicende che l’hanno accompagnata fin dall’Unità, cerca di dimostrare che le istituzioni pubbliche e la classe di governo si sono rapportate a questo mondo prevalentemente in termini di minimalismo politico e di massimalismo burocratico. Limitando la loro gestione alla mera quotidianità, non sono riuscite ad allungare lo sguardo alle potenzialità, soprattutto economiche e culturali, offerte da una comunità che, nel frattempo, è riuscita a organizzare in modo massiccio e capillare la propria presenza nel pianeta.
Infine si domanda se un approccio politico che vada oltre l’armamentario del tradizionale stato-nazione e superi reciproche diffidenze e antichi risentimenti non possa essere capace di riavvicinare queste due sponde a tutto vantaggio di un sistema-Italia caratterizzato da una maggiore rilevanza politica e culturale sul piano internazionale.

Aldo Aledda, presidente del Centro studi Cedise, è autore di numerosi lavori sui meccanismi istituzionali di alcuni grandi comparti della società moderna; oltre ai flussi migratori, ha studiato lo sport internazionale (per tutti Sport in Usa. Dal Big game al Big Business, 2000; Sport. Storia politica e sociale, 2002; Cultural Differences Sport, 2006; The primacy of Ethics. Also in Sports?, 2011) e la pubblica amministrazione (La sfinge di carta, 1994; Interna Corporis. Anatomia di una pubblica amministrazione, 2012), le cui materie ha insegnato a livello universitario e ha trattato come componente di autorevoli consessi nazionali e internazionali. Sull’emigrazione italiana, in particolare, ha scritto diversi articoli e saggi, tra cui il libro I sardi nel mondo, 1991, ma soprattutto è stato testimone privilegiato delle politiche di settore come coordinatore, per diversi anni, delle regioni italiane e componente della Cabina di regia della Conferenza Stato-regioni-CGIE.

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