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Fuori dagli schemi… ma non troppo

Se il Paese è ingessato, se il Paese non riesce a tirare fuori le energie che pure possiede è perché un sistema di regole troppo rigide e poco finalizzate allo sviluppo lo impediscono. Se questa affermazione è vera, e certamente almeno in parte lo è, dovremmo tutti essere capaci di superare i formalismi inutili ed arrivare dritti all’obiettivo fregandocene se la forma e la sostanza coincidono.

Così le Amministrazioni pubbliche dovrebbero essere capaci di interloquire con i cittadini aprendosi con un rapporto semplice, informale, fuori da modulistiche e sottili questioni di competenza. Ma per questo è necessario assumersi responsabilità.
Così il mondo del lavoro deve essere aperto al dialogo tra le varie componenti che pure oggi lo compongono, lavoro dipendente, imprenditori, liberi professionisti. Ma per questo è necessario vincere i propri egoismi.
Così la classe politica dovrebbe essere capace di mettersi davvero in ascolto dei cittadini e proporre onestamente il proprio progetto di società. Ma per questo si dovrebbe dominare la sete di potere.
Così   riteniamo che usare il confronto per arrivare a soluzioni condivise possa surrogare un protocollo di intesa o un accordo. 
Per questo oggi abbiamo bisogno del  sindacato dei cittadini, e noi della UIL lo incarniamo.
In questi giorni sono aperti svariati tavoli di “consultazione”, dal riordino  della P.A. alla definizione delle regole per definire la rappresentatività.  Noi riteniamo che declinare insieme il concetto di rappresentatività e di democrazia sia indispensabile.Diritti, doveri, obblighi, facoltà ma anche libertà e speranza di essere felici.
Noi siamo pronti al confronto nella guisa che si vuole, ma pretendiamo il rispetto dei lavoratori, dei cittadini che rappresentiamo. Non siamo affezionati a formule o riconoscimenti di status ma cerchiamo di approfondire le problematiche ricercando soluzione nell’interesse delle persone che ci danno la forza di esistere.
Per questo auspichiamo che il Governo sia capace di aprire un dialogo sociale che non si esaurisca in cinguettii  o conferenze stampa.
 
 
 

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