Si è svolto l’incontro tra le parti più volte richiesto dalle scriventi, e finalmente convocato dal Sottosegretario alla difesa Mulè in video conferenza, nell’ambito del quale CGIL – CISL e UIL, dopo aver ascoltato la sua breve relazione introduttiva, hanno avuto modo di evidenziare e stigmatizzare la totale assenza di attenzione e di corrette relazioni sindacali che ormai da circa due anni a questa parte sta caratterizzando l’operato dell’autorità politica del ministero della difesa e del gabinetto del ministro nei confronti delle rappresentanze sindacali del personale civile della difesa. Alle quali è stato fino ad oggi impedito di discutere delle soluzioni ritenute necessarie a fronteggiare le annose criticità che stanno strangolando il settore produttivo e amministrativo della difesa, in costanza di una drammatica riduzione della forza lavoro a cui il dicastero non ha ancora saputo porre rimedio, che tende anche a svalorizzare il lavoro del personale attualmente occupato.
In ragione di questa premessa, abbiamo informato il Sottosegretario della disastrosa condizione in cui versa attualmente il settore civile della difesa, in tutte le sue aree e articolazioni centrali e periferiche, chiedendogli anzitutto di sciogliere il nodo politico che si nasconde dietro l’idea di privatizzare ed esternalizzare le commesse e i servizi pubblici attualmente garantiti dalle lavoratrici e lavoratori pubblici della difesa, e comunicando inoltre che:
– tutti gli stabilimenti produttivi e i luoghi di lavoro sono ormai giunti al collasso, a causa della fortissima carenza di personale civile registrata sull’intero territorio nazionale, e che il piano triennale redatto dall’A.D. – che prevede l’assunzione di 3.481 unità nel triennio 2021/2023, peraltro tuttora in attesa del DPCM autorizzatorio – non è adeguato a fronteggiare la gravissima situazione generata, perché fondato sull’errata previsione che a fine anno 2024 i dipendenti civili qualificati, esclusi gli ex militari transitati, siano 18.537, mentre in realtà già oggi il numero degli addetti dichiarati dall’amministrazione consta in sole 16.472 unità, di seguito al pensionamento, stando solo al 2021, di ulteriori 1.800 colleghi, rendendo pertanto indispensabile programmare per l’immediato futuro non meno di 9.000 assunzioni da ottenere, se del caso, mediante l’attuazione di un piano straordinario, e anche mediante l’attuazione del progetto assunzionale rivolto ai giovani presentato da FP CGIL, CISL FP e UIL PA almeno 4 anni fa;
– i concorsi già approvati e finanziati, da ultimo anche con la legge di bilancio 2021 (le 431 unità ottenute per il triennio 2021/23, e le 350 di Taranto) sono ormai fermi da troppo tempo, e nessuno ne conosce il motivo, il che rende assolutamente necessaria una iniziativa straordinaria e mirata dell’autorità politica del dicastero della difesa per velocizzarne l’iter e l’attuazione;
– sussiste l’assoluta e urgente esigenza di promuovere un’azione incisiva sul decreto mille proroghe da parte dell’attuale responsabilità politica del ministero, per salvaguardare l’erogazione di quei 21 milioni di euro che ogni autorità politica del dicastero della difesa ha saputo tutelare dal 2018 al 2021, e attribuire ai lavoratori con la performance organizzativa, nonché di stabilizzarne da ora e per sempre l’assegnazione nel Fondo risorse decentrate della difesa;
– l’erogazione dell’aumento dell’indennità di amministrazione per i lavoratori della Difesa, conquistato come noto da Fp Cgil – Cisl Fp e Uil Pa grazie ai 30 milioni di euro ottenuti attraverso la legge di bilancio 2021, non è reale e commisurata ai dipendenti oggi effettivamente in servizio, bensì al numero dei dipendenti fissato al 31.12.2018, risultando così un avanzo di 6 milioni di euro che devono obbligatoriamente rientrare nella concreta disponibilità dei lavoratori attraverso il conferimento di quei soldi nel FRD;
– che le risorse economiche destinate alla tutela della salute e della sicurezza sono insufficienti, e non consentono di osservare le norme vigenti e adottare le misure di prevenzione dal contagio mediante l’utilizzo dei mezzi e strumenti idonei; – in materia di gestione degli organici da parte degli Stati Maggiori delle FF.AA., abbiamo con determinazione sollevato e contestato il problema delle modifiche unilaterali apportate alle tabelle organiche di tutti gli enti delle Forze armate che gli SS.MM. continuano a produrre, in spregio alla disposizioni contenute nella legge 244 del 2012, facendo sparire molti posti di lavoro riservati al personale civile della difesa a totale beneficio della componente militare;
– la grave e tuttora irrisolta problematica concernente il disconoscimento dei benefici pensionistici maturati dalle lavoratrici e dai lavoratori addetti ai polverifici e lavori insalubri;
– la mancata attribuzione dei buoni pasto elettronici, a cui consegue un pregiudizio economico in danno delle lavoratrici e dei lavoratori civili della difesa non può più essere tollerata;
– la fortissima discriminazione operata in danno delle lavoratrici e dei lavoratori con la stipula della polizza sanitaria riservata al solo personale militare, che è per noi intollerabile, sulla quale chiediamo l’apertura di un urgente tavolo di confronto.
Nelle conclusioni finali il sottosegretario ha inteso rispondere nel merito di alcune questioni da noi sollevate, riservandosi di affrontarne altre più compiutamente in seguito, e in particolare ha sostenuto che:
a) sui 21 milioni di euro, ha presentato un sub emendamento al c. 3431 di conversione in legge del dl 30.12.2021, n. 228 – cosiddetto maxi emendamento – sostenuto trasversalmente da diversi gruppi parlamentari che auspica di vedere approvato;
b) non c’è alcuna volontà di privatizzare e esternalizzare i servizi della difesa, anzi vogliamo prendere commesse e assumere il personale necessario alla difesa (progetti già avviati per Baiano, Gaeta ecc.);
c) siamo in attesa dell’emissione del DPCM nel quale sono contenute anche le 350 assunzioni per l’arsenale di Taranto, già previste dal decreto interministeriale, oltre alle altre previste dalla legge di bilancio 2021, e sono stati avviati i bandi di concorso per 40 funzionari;
d) sui buoni pasto elettronici il ritardo è dovuto agli effetti provocati dalla pandemia, ma nel II° semestre di quest’anno verranno sicuramente attribuiti;
e) sulla questione relativa ai benefici pensionistici maturati dalle lavoratrici e dai lavoratori addetti ai polverifici e lavori insalubri non ci sono margini di intervento per la sussistenza di norme di legge e sentenze che ne vietano l’attuazione (affermazione questa che non ci ha affatto convinto, e che ci spingerà a valutare tutte le opzioni che riterremo utili a conseguire il rispetto delle norme tuttora vigenti);
f) sul possibile superamento della legge 244/2012 sarà fatta una verifica su cosa è stato fatto e cosa non è ancora stato fatto.
Concludendo, ha affermato che al netto di eventuali questioni e criticità urgenti di cui, laddove ritenuto necessario, il gabinetto potrà farsi carico e riferire, sussiste piena e completa disponibilità a riprendere un dialogo costruttivo tra le parti, e per favorire questo ci ha comunicato che la prossima convocazione del tavolo sarà programmata per nel mese di aprile. Verificheremo nei prossimi giorni se alle affermazioni del Sottosegretario Mulè corrisponderanno poi i risultati da noi auspicati, in particolare sui 21 milioni di euro, pronti se del caso ad avviare subito la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
IL COMUNICATO INTEGRALE IN ALLEGATO